AFTERALL

Lateralità dello sguardo, ricerca delle potenzialità dell’errore come fonte di conoscenza, attenzione al residuale e alle forme di disturbo nei processi di percezione e comunicazione, interferenza tra codici diversi, sono elementi costanti nella ricerca di AFTERALL, duo artistico composto dai fratelli Silvia Viola ed Enzo Esposito (Napoli, 1975; 1977), costituitosi ufficialmente nel 2008.

Sin dai primi progetti il duo AFTERALL decide di lavorare sui cambi di prospettiva, sugli spostamenti spazio-temporali e sugli “inciampi”, visivi e concettuali, in grado di alterare la percezione nei confronti del già dato e del già conosciuto. La fragilità della memoria, i suoi inganni e alterazioni, sono al centro di opere che si avvalgono di diversi materiali e linguaggi espressivi, dal video all’installazione, dalla fotografia alla performance. In particolare, l’utilizzo della carta carbone si fa in molti dei progetti supporto ideale per evidenziare le inesattezze involontarie nella trasmissione di dati, informazioni, ricordi, capaci proprio nella loro imperfezione di mettere in discussione ciò che è ritenuto certo e, al tempo stesso, di dar vita a nuovi significati in potenza.

L’opera entrata in collezione al Madre nell’ambito del progetto Per_formare una collezione. Per un archivio dell’arte in Campania, intitolata Just One Damn Thing After The Other_06 (“Solo una dannata cosa dopo l’altra_06”), è parte dell’omonimo progetto presentato nel 2016 presso la Galleria Dino Morra di Napoli e ruota intorno alla riflessione sulla dicotomia “Documento/Monumento” che incarna la labilità del concetto di verità storica. A partire da un’analisi puntuale su materiali e documenti d’archivio, gli AFTERALL concentrano la propria attenzione sul Monumento ai Caduti del mare, situato sul lungomare di via Caracciolo e conosciuto dai napoletani come “La colonna spezzata”. Concepito per essere un monumento all’Ammiraglio Francesco Caracciolo, ne fu realizzato solo un bozzetto utilizzando un ritratto del fratello dell’ufficiale, non avendo a disposizione una sua immagine; tuttavia, il busto definitivo non fu mai ultimato e il suo basamento accolse infine una pesante colonna di marmo, la cui vicenda storica si confonde tra verità e mistificazioni.

Ragionando sulla storia del monumento, il suo ingombro fisico e il suo sfuggente significato simbolico, gli AFTERALL realizzano una struttura in legno grezzo che ne rispetta le dimensioni originarie, idealmente imbrigliandolo in una gabbia e ruotandolo dalla dimensione verticale a quella orizzontale. La realizzazione della colonna “al negativo”, che con il suo vuoto mette in crisi la solidità e stabilità che si addice all’idea stessa di monumento, è accompagnata dalla presentazione di frammenti di materiali di archivio, indice di una ricerca che, a partire dal soggetto-matrice della colonna, si allarga alla storia della città di Napoli e alla sua topografia, attingendo a immagini e materiali a stampa d’epoca. Fotografati e ristampati, tali documenti diventano dettagli incastonati nel vetro e montati tra loro, tracce di un racconto discontinuo e parziale per porre in evidenza le mancanze e le imperfezioni della cosiddetta “storia ufficiale”, mostrandone la sua natura più sfaccettata, il suo essere in realtà una costellazione di micronarrazioni, alcune delle quali ancora da decifrare.

[Alessandra Troncone]

Just One Damn Thing After The Other_06, 2016

Opera attualmente non esposta