L’arte di Richard Long si sviluppa attorno ad una ricerca di equilibrio e fusione fra la natura allo stato “primo” e le rappresentazioni geometriche astratte primordiali dell’uomo. La cultura e la natura nella loro forma più assoluta, universale, schematica e sintetica. Il mondo naturale in totale assenza dell’uomo insieme alle configurazioni ancestrali della volontà e della capacità della nostra specie di comunicare e di marcare la propria visione e la propria presenza della realtà su questo pianeta, la sua attitudine a riordinarla secondo regole matematiche. Un cerchio assemblato con pietre trovate nel mezzo di un deserto o una linea ottenuta calpestando dell’erba o della neve presentano e perpetuano attraverso una forma universalmente riconoscibile, l’innato desiderio di ricongiungersi con la natura e l’innato istinto umano di astrarre e schematizzare la realtà. Da sempre Long compie dei viaggi solitari a piedi nel paesaggio, attraversando deserti e praterie, foreste e ghiacciai in tutte le latitudini. L’azione del camminare gli ha permesso di allargare i confini dell’idea e della prassi di scultura, che nel suo lavoro, attraverso la potenzialità di essere decostruito nello spazio e nel tempo, viene a concretizzarsi tanto attorno al concetto di luogo quanto quello di materiale e di forma. Nell’installazione per il Madre, un elemento primordiale come il fango, l’unione dell’acqua con la terra, distribuito orizzontalmente sulle pareti della stanza imprime la sua identità arcaica costituendo simultaneamente il materiale e il messaggio dell’opera.