Lawrence Weiner

Lawrence Weiner, Things thrown onto the bay of Naples / Cose lanciate nel golfo di Napoli, 2009. Courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante. | Lawrence Weiner, Things thrown onto the bay of Naples, 2009. Courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Naples. On loan to Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Naples. Photo © Amedeo Benestante.

Lawrence Weiner è una delle figure centrali del movimento dell’Arte Concettuale, una corrente che, dalla metà degli anni sessanta, ha visto artisti americani ed europei espandere il concetto tradizionale di opera d’arte, includendo tra i materiali e le procedure artistiche il linguaggio, l’azione, la fotografia e l’intervento ambientale. La sfida degli artisti concettuali è stata quella di concepire l’opera d’arte come un dispositivo di pensiero che esiste in relazione al fruitore e al contesto in cui l’opera è presentata, chiamando in causa spettatore e spazio come agenti attivi nella costruzione e nell’interpretazione dell’opera stessa. A questa radicale revisione delle pratiche artistiche parteciparono figure come Joseph Kosuth, Sol LeWitt, Douglas Huebler e Robert Barry, per quanto sia difficile limitare la comprensione delle tendenze concettuali a un ambito specifico – sia formale che geografico – data l’estrema ed estesa influenza che le idee di questi artisti ebbero su pratiche che comprendono anche l’installazione e la performance.
Dopo aver esordito con opere che consistevano in interventi specifici nello spazio accompagnati dalla descrizione del gesto stesso – come in A 36” x 36” removal to lathing or support wall of plaster or wall-board from a wall (Rimozione di una porzione di 36” x 36” di supporto o di intonaco o di pannello da un muro, 1968) – Weiner passa a un utilizzo radicale della parola come principale mezzo espressivo, producendo opere in forma di brevi frasi che interagiscono con uno spazio dato, sia esso uno spazio espositivo o uno spazio pubblico. I suoi lavori esistono al di là e a prescindere dalla loro manifestazione materiale: la loro formalizzazione – nella tipologia di lettere adesive applicate a muro o dipinte a parete – dipende dalla natura e dalle condizioni dello spazio che ospita l’opera, in modo da variare secondo le differenti installazioni. Media tra loro differenti – come video, libri, oggetti tridimensionali, suono e installazioni – diventano altrettanti “siti” all’interno dei quali le opere di Weiner si manifestano materialmente, in un carattere tipografico che l’artista stesso ha disegnato e che identifica visivamente i suoi interventi.
Se il concetto di “contesto” svolge un ruolo primario nel lavoro di Weiner, la sua interpretazione non è limitata al contesto fisico e spaziale ma investe anche l’idea di contesto linguistico e culturale. Molte delle sue opere presentano la formulazione originaria in lingua inglese accanto alla traduzione della stessa frase nella lingua del paese in cui l’opera è allestita, mostrando in questo modo un’interazione dinamica e in continua trasformazione tra linguaggio, spazio e spettatore.
Le opere di Weiner esplorano il linguaggio come una risorsa per l’immaginazione: il contenuto delle sue frasi epigrammatiche sono spesso azioni fisiche, processi o materiali in grado di creare uno scenario o un’immagine nella mente dello spettatore, come accade nel lavoro presentato nella collezione del Madre: Things thrown onto the bay of Naples (Oggetti gettati sul golfo di Napoli, 2009). Quest’opera – realizzata in occasione della personale che l’artista tenne nel 2009 presso la galleria Alfonso Artiaco a Napoli e riformulata in occasione della presentazione al Madre – stabilisce una tensione concettuale e formale tra la dimensione mentale del linguaggio e la sua esistenza materiale come immagine, tipografia e disposizione grafica. Il motivo della curva, ad esempio, evoca sia l’insenatura della costa sia la traiettoria descritta da un oggetto lanciato verso l’orizzonte. La specificità del contesto per il quale l’opera è stata concepita – la città di Napoli – risuona all’interno della dialettica tra referente realistico e astrazione, dato particolare e dato universale, dimensione locale e dimensione globale.

AR