Max Frisinger, Multiplication (Fencing Barriers), 2013. Foto © Amedeo Benestante | Max Frisinger, Multiplication (Fencing Barriers), 2013. Photo © Amedeo Benestante

Max Frisinger, Shana Moulton

Primo appuntamento del ciclo Hybrid Naples: L’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose, a cura di Jörg Heiser.

Con i progetti personali di Max Frisinger e Shana Moulton, si inaugura il ciclo Hybrid Naples: L’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose, a cura di Jörg Heiser.

Promosso dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee in collaborazione con la Fondazione Morra Greco, il ciclo rientra tra le iniziative di Progetto XXI, inaugurato nel dicembre 2012 con Jimmie Durham e proseguito in febbraio con Judith Hopf. Articolato in una serie di tredici mostre, il progetto si pone come obiettivo l’esplorazione della produzione artistica più recente, ancora discussa e non del tutto sedimentata attraverso la quale intende contribuire a ricercare, sostenere e mostrare l’arte più avanzata, sperimentale, le nuove idee, i discorsi e le tendenze del contemporaneo.

Max Frisinger

Max Frisinger ha un metodo di lavoro unico, evidente nelle opere in mostra. Da anni Berlino, la sua città d’adozione, è lo scenario in cui si muove durante la consuetudinaria raccolta notturna di oggetti trovati per strada, utilizzati come materia prima per installazioni intricate e complesse. L’apparente casualità del suo metodo viene contraddetta dall’applicazione di un’astuta tecnica scultorea: il suo metodo di selezione degli oggetti deriva da una scelta compositiva che richiama la pittura astratta- gestuale, eliminando però le sbavature e le sagomature dei colori ancora freschi tipiche del processo pittorico. In contrasto con la pittura, tutti gli oggetti aggiungono concretamente la loro essenza di “vita vissuta” al processo di astrazione della composizione. Più di recente, e in particolare con le opere in mostra alla Fondazione Morra Greco, l’artista ha variato il suo metodo modificando il processo di raccolta attraverso la ricerca, la riorganizzazione e la moltiplicazione dell’esistente. I pezzi delle ali di un aliscafo sono stati reperiti in un Cantiere Navale del porto di Napoli, attraverso la richiesta di un permesso speciale, mentre gli operai incaricati del trasporto si sono occupati della loro collocazione e disposizione nello spazio espositivo. All’esterno dell’ingresso della Fondazione il piccolo ponte pedonale, che collegava un’ala di Palazzo Caracciolo di Avellino all’ulteriore estensione del palazzo stesso, è stato riempito di palloni gonfiabili, calciati in alto dagli abitanti del quartiere circostante. I palloni sono stati acquistati in un negozio di gadget cinesi, a ripresa però della presenza di ulteriori palloni che erano già su quel ponte da tempo. L’artista ha interagito con la struttura stessa del Palazzo della Fondazione, riaprendo diverse porte che nascondevano i corridoi riservati alla servitù, rivelando e riorganizzando ciò che era nascosto dietro di esse. Ad esempio, una delle porte riaperte mette in vista la struttura in legno dei ponteggi installati dopo il terremoto del 1980, moltiplicati e riordinati attraverso l’aggiunta di ulteriori puntelli.

Shana Moulton

La californiana Shana Moulton, che vive e lavora a New York, da molti anni realizza video e performance che si basano sulla rappresentazione del suo alter ego Cynthia. Cynthia può essere considerata contemporaneamente come il suo Super Ego ed il suo inconscio: l’espressione comica eppure sinceramente malinconica dei suoi “desideri nascosti” insieme al riflesso delle norme omologanti della cultura che la condizionano. Cynthia, come dice l’artista, “sono io in bagno; sono io mentre mi preoccupo di invecchiare, sono io quando guardo una rivista di bellezza.” Per sviluppare questo suo personaggio/alter ego, la Moulton esplora la superficialità della cultura popolare globalizzata, in particolare le insolite bizzarrie della vita quotidiana, così come lo stile di vita esoticizzante della New Age, i dispositivi di bellezza o la decorazione d’interni. Che si tratti di campanelli eolici, di vestiti disegnati male, o di dozzinali riprese che mostrano gli effetti digitali dei suoi video, niente di ciò che viene venduto nella speranza di aumentare il nostro benessere sopravvive all’arido adattamento della Moulton. Il suo lavoro è spiritoso ma la sua comicità è disturbante, in linea con quella dei grandi cabarettisti americani. Proprio come loro, riesce con profondità a descrivere la realtà della nostra vita attuale, in cui ibridi culturali improbabili vengono sfornati ogni minuto. A Napoli, la Moulton presenta, accanto a diversi oggetti scultorei di uso comune, nuove proiezioni video tra cui Swisspers (2013), che rappresenta Cynthia che si strucca fino a scavare la propria pelle utilizzando un prodotto di bellezza chiamato Swisspers mentre pratica l’ASMR (risposta autonoma sensoriale meridiana), sussurrando o parlando con una voce suadente per indurre una sensazione di formicolio nella testa e nel collo dello spettatore. L’ASMR è diventato un fenomeno in rete, con migliaia di seguaci che pubblicano video su YouTube dove ricevono milioni di contatti.

(Testo di Anna Cuomo)