Andy Warhol

Andy Warhol, “Beuys by Warhol”, 1980. Collezione privata. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante.

Artista-icona del movimento della Pop Art statunitense, Andy Warhol (Pittsburg, 1928 – New York, 1987) è stato in assoluto uno degli artisti più influenti del secondo dopoguerra a livello internazionale, cambiando le regole non soltanto delle arti visive ma, più in generale, della comunicazione, della multimedialità, dell’editoria e dello stesso concetto di artista come personaggio pubblico e di opere d’arte come bene di consumo e simulacro dell’immaginario collettivo. Nato da genitori slovacchi, dal 1945 studia design e arti visive, e questo connubio tra informazione, arte e commercio diventerà presto il nucleo fondante della sua estetica. Durante gli anni di lavoro come illustratore, Warhol si interessa alle tecniche di stampa tra cui la serigrafia, che diventerà poi la tecnica principale attraverso la quale l’artista rivoluzionerà il linguaggio stesso della pittura, inserendo la meccanicità, la serialità e l’impersonalità dell’esecuzione nella grammatica dell’arte contemporanea. Trasferitosi a New York, e dopo aver lavorato anche come allestitore di vetrine, dai primi anni Sessanta Warhol di dedica esclusivamente alle arti visive, tenendo le prime mostre personali in cui espone opere che si distaccano radicalmente dal linguaggio pittorico allora legato al movimento dell’Espressionismo Astratto.

Attraverso opere come 100 Soup Cans, 100 Coke Bottles e 100 Dollar Bills, Warhol crea un universo visivo dominato dai simboli del consumo di massa (zuppa in scatola, Coca Cola, il dollaro), sostituendo il concetto di arte come espressione individuale e interiore con l’idea che l’arte sia una forma di registrazione del presente e della realtà. In questi anni Warhol sintetizza una tecnica che parte dall’utilizzo della serigrafia (procedimento di stampa e duplicazione di immagini fotografiche) per poi intervenire con il colore acrilico, steso per macchie approssimative a differenziare diverse versioni della stessa immagine. In questo modo l’artista crea una frizione tra l’unicità che tradizionalmente connota l’opera d’arte e la riproducibilità illimitata dell’immagine fotografica.

Beuys by Warhol, l’opera entrata a far parte della collezione del museo nell’ambito del progetto Per_formare una collezione, è stata realizzata dall’artista americano nel 1980, e fa parte di una serie di ritratti del grande artista tedesco che Warhol concepì in occasione dell’incontro tra i due artisti, avvenuto a Napoli per iniziativa del gallerista Lucio Amelio. Figura di fondamentale importanza per l’arte contemporanea internazionale, nel 1965 Lucio Amelio apre a Napoli la sua Modern Art Agency, esponendo i lavori degli artisti più innovativi di quegli anni, tra i quali appunto Beuys e Warhol, divenendo luogo di dibattito e di ricerca, quale punto d’incontro fra artisti di fama internazionale anche molto diversi fra loro. La natura politica, filosofica, simbolica e radicale del lavoro di Beuys costituiva, in quegli anni, un’esperienza tra le più importanti dell’arte concettuale di matrice sociale, ma era profondamente distante dall’indagine di Warhol sulla società dei consumi di massa e sul culto mediatico della celebrità. La diversità di queste due visioni rese ancora più eclatante, agli occhi del mondo dell’arte di quegli anni, l’incontro reso possibile dalla personalità carismatica di Amelio, di cui il ciclo Beuys by Warhol costituisce forse l’esito più estremo. La serie di ritratti che Warhol dedica a Beuys è incentrata su una fotografia che, se ben coglie l’intensità psicologica e l’acume del pensiero dell’artista tedesco (con il risultato di produrre un ritratto molto distante dalle usuali immagini di celebrità cui è legato il nome di Warhol), è per altro sottoposta all’appiattimento serigrafico e alla variazione cromatica in più versioni abituali per l’artista. Un’opera al contempo personale e seriale, il confronto, allora come ora attualissimo, fra arte americana e arte europea.

[Alessandro Rabottini]

Beuys by Warhol, 1980

Attualmente non esposta.

Collezione privata. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante.