Moio&Sivelli

Moio&Sivelli, “Naked Lunch”, 2010 (still da video). Courtesy gli artisti.

Luigi Moio (Napoli, 1975) e Luca Sivelli (Napoli, 1974) iniziano la loro collaborazione già durante gli anni degli studi superiori per poi approfondirla insieme all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove entrambi si diplomano in Decorazione. Concluso l’iter accademico si trasferiscono a Londra, dove danno avvio a una sperimentazione del medium video e performativo inscenando situazioni che spiazzano il pubblico, già di per sé performer inconsapevole.

Lasciando incontrare il nudismo delle modelle con icone della napoletanità (la moka, il babà, la pizza), mescolando erotismo, ironia e provocazione, Moio&Sivelli (costituitisi ufficialmente come duo nel 2003) realizzano i primi video come documentazioni di performance che si svolgono in luoghi pubblici e che esplorano il concetto di voyeurismo, ispirandosi ai programmi inglesi di Candid camera. Parallelamente, il duo introduce nella propria pratica un nuovo materiale, il silicone, utilizzato inizialmente come filtro tra l’azione della modella e il pubblico e poi inteso come strumento per cristallizzare, sigillare e quindi preservare icone ben riconoscibili ma fuggevoli, fino ad arrivare al “congelamento” dei monitor che trasmettono video realizzati in stop motion.

Naked Lunch (“Pasto Nudo”) è il video che documenta la performance tenutasi nella Project Room del Madre nel 2010, parte del programma di mostre ed eventi a cura di Adriana Rispoli ed Eugenio Viola. Il “pasto nudo” a cui si riferiscono i due artisti cita il titolo del romanzo dello scrittore statunitense William S. Burroughs, già fonte di ispirazione del film diretto da David Cronenberg nel 1991, e rappresenta per gli artisti “l’attimo raggelato in cui ognuno vede quello che c’è in cima alla forchetta’’. Il pubblico entra nella sala non sapendo cosa lo aspetta: vi trova una ragazza vestita solo dai suoi prominenti tatuaggi e da décolleté gialle, che serve piccoli babà, imboccando maliziosamente gli spettatori che reagiscono tra l’imbarazzato e il divertito. Una ballerina in tutù bianco è a sua volta incaricata del rifornimento dei dolci, compito che conduce muovendosi con eleganza sulle punte. Nella performance confluiscono vari elementi che avevano già caratterizzato le prime opere di Moio&Sivelli: il babà con la sua forma allusiva, la modella nuda, la ballerina, il gesto dell’offerta e, soprattutto, la volontà di creare una situazione di spaesamento facendo ricorso alla provocazione, vero ingrediente di tutta l’opera.

Una sfida al perbenismo borghese che è funzionale a suscitare una sensazione di “allerta”, mettendo insieme elementi che si potenziano a vicenda con l’intento di svegliare dal torpore della quotidianità ma anche di riflettere in maniera spietata, seppur ironica, sui meccanismi stessi del sistema dell’arte, che consuma voracemente senza coscienza. Scrive Mario Franco: “Così come Il pasto nudo è costituito da un insieme di testi disparati sulla tossicomania del suo autore e sulle sue allucinazioni, così il lavoro dei due artisti napoletani diventa il racconto cronenberghiano del processo che conduce alla genesi della creazione artistica”.

Alessandra Troncone

Naked Lunch, 2010 (still da video)

Attualmente non esposta

Courtesy gli artisti