Maurizio Igor Meta

Maurizio Igor Meta, “The First Ship”, 2018 (dettaglio). Dal progetto di mostra “ON MY GREAT GRANDFATHER STEPS. Toward Ellis Island”. Installazione realizzata con il supporto di Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. Courtesy l’artista e Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante.

Maurizio Igor Meta (Milano, 1973), autore, attore, performer e filmmaker, si forma in Arte Scenica per Attori Professionisti e si laurea in Giurisprudenza. Studia con numerosi maestri del teatro italiano e internazionale, dedicando particolare attenzione allo studio del movimento. Nel 2006 è autore e interprete del monologo Il Rivoluzionario, con il quale riceve il Premio Miglior Attore al Rota in Festival. Nel 2008 scrive Re Sacerdote e Profeta, con il quale, nel 2010, ottiene una residenza artistica presso La Corte Ospitale di Rubiera nell’ambito del progetto residenziale Forever Young?, debuttando in prima nazionale presso il Teatro Subasio di Spello. Con questo lavoro riceve, nel 2013, il Premio Antonio Landieri; nello stesso anno la casa editrice Caracò ne pubblica la drammaturgia nella collana “Teatri di carta”. Realizza, poi, il booktrailer del libro, ricevendo due nomination, Best Direction e Best Commission, al 1. Caffeina Booktrailer Festival.

Il 19 novembre del 2015 Meta salpa dal porto di Napoli con una nave cargo per ripercorrere i passi del bisnonno Domenico, che, nel novembre del 1890, decise di partire per gli Stati Uniti in cerca di fortuna e lavoro, contribuendo a costruire, pala e piccone, le ferrovie della Pennsylvania Railroad (l’antica società ferroviaria statunitense). Ascoltando racconti di anziani parenti, storie di famiglia, di generazioni, di emigranti, di fame e di guerra, ma anche gesta d’amore che hanno consegnato all’artista la terra tramandata di figlio in figlio, Meta si fa custode di frammenti e racconti di vita, affinché non si perdano nell’oblio della memoria, come rischiano di perdersi le vite degli emigranti di allora e di oggi, dimenticate fra tante, perse tra i milioni di sbarchi descritti ancora dalla cronaca quotidiana. Partendo dalle sensazioni avute nel ripercorrere il cammino del suo avo, rivivendo i ventuno giorni di navigazione in mare, e combinandole con le ricerche storiche sulla vita degli immigrati italiani negli Stati Uniti, l’artista costruisce all’interno della collezione del Madre un allestimento in progress che restituisce tappe e sensazioni di un viaggio epico e poetico: il momento della partenza, sua e del bisnonno, il viaggio in nave, l’arrivo ad Ellis Island (New York), il ritorno alle origini. Si fermerà, infatti, a New York per tre mesi abitando i luoghi dove il suo antenato visse e andando alla ricerca delle ferrovie da lui costruite. Da quell’esperienza di vita nasce Ellis Island, un progetto multidisciplinare che comprende il Viaggio in nave cargo, il Solo Teatrale dal titolo medesimo Ellis Island, che ha debuttato nel 2017 al Teatro Nuovo per l’Osservatorio del Napoli Teatro Festival Italia, un Documentario, un Libro e una Mostra.

L’installazione The First Ship, presentata al Madre nell’ambito del progetto Per_formare una collezione. Per un archivio dell’arte in Campania, interseca scrittura, immagine e suono, e costituisce il primo capitolo di quella che si configura come una più ampia progettualità (ON MY GREAT GRANDFATHER STEPS. Toward Ellis Island) alla quale l’artista lavora da due anni, strutturata su un modello interdisciplinare in cui fotografia, videoproiezione, suono, scrittura e performance vengono utilizzati su piani combinati che si sovrappongono e si dissolvono l’uno dentro l’altro, con lo scopo di coinvolgere il visitatore/spettatore. “Durante le mie ricerche ho scoperto con meravigliosa meraviglia che sulla prima nave sulla quale nel 1890, a ventun anni, si imbarcò il mio bisnonno Domenico – la S.S. Devonia della Anchor Line – undici anni prima si era imbarcato anche lo scrittore Robert Louis Stevenson, nell’agosto del 1879, esperienza che lo portò a scrivere The Amateur Emigrant (“Emigrante per diletto”). Stevenson, in verità, non era uno steerage passenger (“passeggero di terza classe”), ma frequentava quotidianamente quei viaggiatori. Viveva quel viaggio con lo stesso animo degli emigranti. Era, per certi versi, egli stesso, un emigrante”. L’immagine della Devonia, riprodotta in sala su tessuto di cotone, proviene da una cartolina originale d’epoca, in bianco e nero, che nelle lunghe ricerche effettuate dall’artista è arrivata a lui: lo stesso fato che, tessendo abilmente i fili della storia, ha registrato sulla stessa nave l’imbarco di Stevenson, e, undici anni più tardi, quello di Domenico Meta. The First Ship è dunque l’origine, il principio, l’inizio del viaggio – quello del bisnonno e quello dell’artista sui suoi passi, quello di Stevenson e quello del progetto che sarà realizzato progressivamente al Madre.

Il progetto espositivo comprenderà parte del portfolio fotografico My Journey, composto da diverse serie fotografiche, riproducenti ventuno stampe ciascuna (come i giorni del viaggio dell’artista, e probabilmente del bisnonno, come l’età che aveva alla sua partenza): 21 Days e 21 Suns, con una foto di un’alba e/o un tramonto per ogni giorno di navigazione; 21 Crew, con ventuno immagini dell’equipaggio; 21 Panels, contenenti uno scatto e una parte del diario di viaggio relativa a quella visione; la serie Ghost Railroads, con l’illustrazione dei binari abbandonati dove Domenico Meta, e molti emigranti italiani, hanno lavorato; e infine, la serie The Past Falling into the Present, nella quale i soggetti a confronto rivelano un’intima corrispondenza, al di là dell’epoca e del luogo che attraversano, creando un corto circuito temporale, uno star-gate dove le epoche si intersecano, si conoscono, si parlano, così che “il passato, cristallizzato, si sciolga, e precipiti nel presente”. La ricerca di Meta si configura così al tempo stesso come documentaristica ed evocativa: una produzione in cui l’artista racconta e interpreta, rappresentando un’intera generazione ma anche una storia che si riverbera nel nostro presente.

[Silvia Salvati]

The First Ship, 2018

In esposizione dal 23 giugno al 13 novembre 2018. Attualmente non esposta.

Veduta dell'installazione. Realizzata con il supporto di Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. Courtesy l’artista e Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante.