La ricerca artistica di Sislej Xhafa è un’indagine sulle realtà economiche, politiche e sociali associate alla complessità della società moderna. Nelle sue ricerche, ad esempio, sui fenomeni del turismo, della clandestinità, dell’illegalità forzata Xhafa usa un linguaggio minimale, al tempo stesso ironico e sovversivo, confrontandosi agilmente con una vasta gamma di media, dal disegno alla scultura, dalla performance alla fotografia.
“La realtà è più forte dell’arte. Come artista non voglio riflettere la realtà ma interrogarla. Il mio background sociale non abbraccia una linea d’azione razionale. Affronto il mondo e la vita guidato da un istinto primordiale.”
Le risultanze sociali delle teorie economiche e il risultato che deriva dalle loro complesse relazioni sono state per anni al centro della ricerca artistica di Xhafa, che interroga – ad esempio, lo status legale della sua terra d’origine, il Kosovo, presentandosi lui stesso come Padiglione Clandestino nella Biennale del 1997; o negli abiti di un broker finanziario che non vende quote ma indica ai passeggeri della stazione di Ljubliana come e dove muoversi, nella performance Stock Exchange. In una piazza di Torino, realizza un Job Center temporaneo in cui la realtà è una sorta di palcoscenico; a New York, riflette sul concetto di stabilità e sicurezza mandando in giro un gruppo di giovani su un camion anni ’50 ad urlare l’elenco della voce “avvocati” sulle pagine gialle.
“E’ una politica dell’interruzione, che sconvolge la configurazione delle forze che determinano ciò che è visibile e non, quali forme di discorso sono comprese come discorso e quali solo come rumore, chi è designato come soggetto parlante e chi è semplicemente un destinatario”.