Piero Steinle

Laughter Project

07 — 23.03.2009

Orari e biglietti

Piero Steinle nasce a Monaco nel 1959 e inizia il suo percorso artistico dopo gli studi in architettura e archeologia lavorando con il video. L’installazione documentaria Stadt im Verborgenen (1994) e le complessi e impressionanti videoinstallazioni Die unbekannten Kathedralen (1995) e Detonation Deutschland (1996) portano al suo riconoscimento e alla partecipazione a mostre collettive presso importanti istituzioni internazionali, tra cui al Haus der Kunst a Monaco, al P.S. 1 a New York e presso la Tate Gallery of Modern Art a Londra.

In collaborazione con il Madre, il Goethe-Institut Napoli presenta la videoinstallazione The Triumph of Laughter che costituisce, insieme con le videoinstallazioni 1-2-3 Laugh e Lachsack, la trilogia Laughter Project, con la quale Steinle affronta il riso come fenomeno culturalmente trasversale.

Alla semplice domanda Che cos’è il riso “ho cercato di dare una risposta con un approccio sperimentale attraverso i miei diversi progetti sul riso. Innanzitutto si trattava di considerare il riso come fenomeno a sé stante, indipendente da causa, effetto e contesto. Ben presto dovetti riconoscere che questo approccio tendente a isolare il riso, a vederlo come atto senza motivo e senza scopo, in ultima analisi come la messa in scena del ridere, viene ritenuto oggigiorno dalla maggior parte delle persone scandaloso. Nell’era moderna infatti il riso pare essere indissolubilmente connesso con il comico, il Witz e lo humour. Solo in quanto ‘riso genuino’ rispetta i criteri della moderna emozionalità illuminata, che richiede dall’uomo onestà, spontaneità, naturalezza mentre si contrappone a qualsivoglia genere di teatralità, finzione e ambiguità ludica. Questo atteggiamento puritano è agli antipodi delle ‘culture del riso’ dell’antichità e del Medio Evo, nelle quali esso poteva anche essere un’espressione fine a se stessa o un mezzo ludico – nelle celebrazioni estatiche, nei cortei carnevaleschi, sotto forma di divinità, satiri, filosofi e giullari. Di fronte alla serietà e alla depressione del mondo moderno il riso si è ritratto dalla sfera pubblica. Talvolta si ode ancora una risata provenire da qualche osteria, buoni amici possono in certe circostanze sbellicarsi dalle risa e i club della risata coltivano questa forma di espressione. Ma sono soprattutto le risa dei bambini che si continuano a sentire. Il riso per il solo piacere di ridere, il riso artificiale, voluto, messo in scena, che può trasformarsi in ogni momento in una risata coinvolgente e senza fine, il riso teatrale, eccessivo e ambiguo, il riso come tale e il riso come fenomeno puro, sono gli scenari provocatori del mio progetto”.