Gli anni. Capitolo 1

Episodi di storia dell’arte a Napoli dagli anni Sessanta a oggi

19.12.2024 — 19.05.2025

a cura di Eva Fabbris

Orari e biglietti

Artisti partecipanti:
Carlo Alfano
(Napoli 1932 – 1990) / Oli Bonzanigo (Milano, 1989) / Benni Bosetto (Milano, 1987) / Luciano Caruso (Foglianise, 1944 – Firenze, 2002) / Federico Del Vecchio (Napoli, 1977) / Maria Adele Del Vecchio (Caserta, 1976) / Luciano Fabro (Torino, 1936 – Milano, 2007) / Dora García (Valladolid 1965) / Nan Goldin (Washington, 1953) / Helena Hladilova (Kroměříž, 1983) / Mimmo Jodice (Napoli, 1934), ma / Allan Kaprow (Atlantic City, 1927 – Encinitas, 2006) / Luisa Lambri (Como, 1969) / Mark Leckey (Birkenhead, 1964) / Valerio Nicolai (Gorizia, 1988) / Piero Manzoni (Soncino, 1933 – Milano, 1963) / Francesco Matarrese (Molfetta, 1950) / Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) / Hidetoshi Nagasawa (Tonei, 1940 – Ponderano, 2018) / Vettor Pisani (Bari, 1934 – Roma, 2011) / Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) / Andrew Norman Wilson (Medfield, 1983)

Gli anni propone un dialogo tra la collezione del Madre e importanti collezioni pubbliche e private, principalmente della città di Napoli. Attraverso opere emblematiche, la mostra evoca momenti e produzioni artistiche di rilievo avvenute in questo territorio, raccontando una storia collettiva e celebrando la memoria condivisa.

Per questo primo capitolo, per esempio, viene esposta nelle sale del museo l’opera di Carlo Alfano Delle distanze dalla rappresentazione (1968-1969), originariamente mostrata nel 1969 presso la galleria Modern Art Agency di Lucio Amelio e acquisita nella collezione del Madre con finanziamento della regione Campania nel 2013. Nel percorso di mostra, Nord, Sud, Est, Ovest giocano a Shanghai è stata invece concepita e presentata nel 1989 da Luciano Fabro presso il Museo di Capodimonte, che collabora ora a questa mostra in veste di prestatore, così come il Parco Archeologico di Pompei, che concede in prestito una delle fotografie scattate da Luisa Lambri presso la Casa di Giulia Felice nel 2020, nel contesto del progetto Pompeii Commitment. Altra presenza di assoluto rilievo è una raccolta di fotografie realizzate da Nan Goldin tra Napoli e la costiera Sorrentina tra il 1986 e 1996, di cui tre sono in prestito dalla collezione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Il Madre ribadisce così il suo ruolo centrale nel promuovere la ricerca e la collaborazione in una autorevole rete inter-istituzionale.

Altrettanto importante vuole essere l’attenzione riservata alle collezioni private e alle gallerie della città che più profondamente hanno contribuito alla presenza di artisti sul territorio e alla conseguente  realizzazione in loco di produzioni di rilievo internazionale.

Il titolo della mostra si ispira al celebre romanzo di Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022. Nel suo libro, la descrizione di fotografie e memorie personali si trasforma in un affresco autobiografico e una cronaca corale e storiografica. In “Les années”, Ernaux avverte che immagini e ricordi privati sono destinati a scomparire nel flusso della storia; questa mostra propone di considerare le opere d’arte come un antidoto al processo di oblio, evocato dall’autrice. La scomparsa delle immagini evocata nelle prime poetiche pagine del libro è stata punto di partenza per l’elaborazione del concept che ha portato alla definizione del logo di mostra da parte dello studio grafico Left Loft.

La narrazione proposta dalla mostra, scandita in momenti ed episodi, segue una struttura non cronologica che intende riflettere la natura fluttuante della memoria umana, offrendo al pubblico una visione dinamica che procede per scarti e rimandi. A testimonianza del processo di studio in continuo sviluppo su cui Gli anni è basato, ulteriori sale espositive e opere verranno integrate nel percorso espositivo dopo l’apertura, e altri capitoli espositivi faranno seguito al primo.

A conferma dell’attenzione da sempre rivolta dal Madre alla produzione artistica del presente, la mostra include anche due artisti che espongono a Napoli per la prima volta – Valerio Nicolai e Andrew Norman Wilson – e integra due “mostre nella mostra” le cui premesse metodologiche – rispettivamente ‘curatela d’artista sulla collezione del Madre’ ed ‘esposizione d’archivio’ – verranno riproposte anche nei successivi capitoli de Gli anni.
Federico Del Vecchio, artista campano, ha utilizzato la collezione del museo come materiale di ricerca per concepire il progetto espositivo La Chimera, che introduce le opere come costruzioni immaginative e simboliche che fondono elementi eterogenei per creare significati mutevoli; le opere della collezione permanente del museo Madre – Vettor Pisani e Luciano Caruso – entrano qui in dialogo con le opere di artisti di generazioni più giovani – Benni Bosetto, Helena Hladilová e Del Vecchio stesso.
Lācis/Benjamin, a standstill è un nucleo espositivo che approfondisce la relazione tra la regista, attrice e teorica lituana Asja Lācis e il filosofo tedesco Walter Benjamin, portando in dialogo tre opere dell’artista Dora García con un display di documenti a cura di Andris Brinkmanis e Valentina Di Rosa. Il museo Madre intesse un  dialogo con l’Università di Napoli L’Orientale e il Goethe Institut Neapel, per celebrare il centenario dell’incontro tra i due intellettuali, avvenuto a Capri nel 1924. Il progetto esplora vicende fondamentali per l’evoluzione del concetto di Storia, la definizione di Napoli come “città porosa” e le ramificazioni del pensiero femminista.