COSTELLAZIONE TRANSAVANGUARDIÆ

Orari e biglietti

Achille Bonito Oliva, il critico che coniò il termine Transavanguardia e portò il gruppo di cinque artisti italiani, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino alla ribalta internazionale e all’attenzione delle maggiori istituzioni museali di tutto il mondo scrisse: “All’omologazione linguistica degli anni Sessanta e Settanta, l’arte degli anni Ottanta risponde con il recupero del procedimento della citazione, capace di adoperare la storia dell’arte come ready-made e gli stili del passato come objet trouvé”. Una sintesi dunque tra mentalità picassiana e duchampiana con una implicazione concettuale che accetta la definizione di Leonardo: “la pittura è cosa mentale”. L’arte finalmente ritorna ai suoi motivi interni, alle ragioni costitutive del suo operare, al suo luogo per eccellenza che è il labirinto inteso come “lavoro dentro” come scavo continuo dentro la sostanza della pittura.

La Transavanguardia quindi, propone in arte un ritorno alla figurazione e lo fa attraverso una rivisitazione in chiave attuale della tradizione artistica passata e recente, che viene arricchita da una visione soggettiva di matrice espressionista. Con la Transavanguardia torna ad emergere una pittura dal carattere fortemente espressivo, che privilegia il fare pittorico, il colore, la tecnica, e riporta questi caratteri all’attualità. I componenti del gruppo, costituito da personalità assai diverse, fanno uso di maniere espressive del tutto personali e si esprimono con passionalità o ironia, in composizioni di volta in volta visionarie o ambigue, nostalgiche o aggressive, dando prova di una lucida e attenta meditazione della cultura artistica precedente, dalle avanguardie storiche del Novecento alle più recenti elaborazioni.

In concomitanza con la grande retrospettiva allestita al Palazzo Reale di Milano fino al prossimo 4 marzo, il Madre dedica una sala della collezione storica del museo ai cinque protagonisti del gruppo con una serie di opere significative del loro linguaggio e della loro carica innovativa e spiazzante, mai esaurita.