Hidetoshi Nagasawa

Hidetoshi Nagasawa, In medio virtus, 1975. Collezione Maria Teresa Incisetto, Napoli. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante. In esposizione fino a dicembre 2016. | Hidetoshi Nagasawa, In medio virtus, 1975. Maria Teresa Incisetto Collection, Naples. On loan to Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Naples. Photo © Amedeo Benestante. On view until December 2016.

Fortemente evocative e dall’elevato valore simbolico e lirico, le opere di Hidetoshi Nagasawa (Tonei, 1940) risultano sempre intensamente permeate dalla filosofia orientale, determinando una ricerca in cui si fondono sincreticamente eredità spirituali dell’Oriente e dell’Occidente, filtrate attraverso richiami e suggestioni derivanti da un dimensione esperienziale e umana mai disconosciuta. Trasferitosi dalla Manciuria in Giappone, già negli anni Cinquanta, l’artista si confronta con le differenti tendenze dell’arte d’avanguardia venendo in contatto col gruppo Gutaj e visitando regolarmente le Esposizioni indipendenti organizzate dal giornale “Yamiuri”. L’arrivo in Italia nel 1967 inserisce Nagasawa in un clima di intenso fervore artistico, mettendolo in contatto con artisti come Enrico Castellani, Luciano Fabro, Mario Nigro, Antonio Trotta, Gaetano Ongaro.
La formazione di architetto e di designer, innestata nella materica capacità plastica dello scultore, determina in Nagasawa una spazialità estesa e visionaria, costantemente ricondotta nell’alveo di una poetica fatta di equilibri e contrappunti, di vuoti e di pieni, di ombre che sfumano nella direzione di un segno conciso, essenziale, condensato, che lascia trasparire l’interiorità degli oggetti. Il viaggio, come esperienza concreta e come tòpos della sua ricerca, assume la valenza di rilevante passaggio di attraversamento simbolico, valicamento di confini segnici e culturali, riconoscimento del nuovo attraverso la rilettura del noto. La scelta dei temi, associata alla varietà di materiali come legno, ferro, cera, carta, bambù, rende palpabile il senso di una ricerca in costante tensione tra il visibile e l’invisibile, protesa verso un’idea creativa che dalla manualità muove verso un orizzonte sensoriale ed eidetico, attraverso un percorso costellato di “luoghi” materiali e immateriali, che Nagasawa costruisce sotto forma di dimore, stanze, porte, muri, giardini, recinti, barche, paraventi.
Nel 1991 Nagasawa espone a Napoli, al Framart Studio, lavori inediti in marmo, in ferro, legno, bronzo e argento, tra cui l’opera in collezione In medio virtus: due statue in marmo, realizzate nel 1975 dallo scultore di Pietrasanta Gugliemo Antognazzi, che, affrontate su due plinti coperti da lenzuoli bianchi, fingono la statuaria in marmo antica, mettendo in relazione uno spazio-tempo, sia mentale sia fisico, come sospeso fra loro.

OSdV

In medio virtus, 1975

Attualmente non esposta.