Salvino Campos

Salvino Campos, “Redemption (Triptych)”, 2007-2013. Veduta dell’allestimento. Donazione dell’artista. Collezione Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante.

Salvino Campos (Quartel Geral, Brasile, 1970) inizia la sua attività nel 1992 a Porto Alegre, città in cui espone per la prima volta nel 1995. Nello stesso anno si trasferisce a Brasilia dove si dedica alla fotografia pubblicitaria, sperimentando lo studio della luce e l’utilizzo dei grandi formati. Il perfezionamento delle conoscenze tecniche avviene, infine, frequentando nel 1996 l’IPC (International Center of Photography) a New York. Nel 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa da allora la sua città di adozione, insieme a Rio de Janeiro. Nel 2006 due sue opere vengono installate nella Stazione Lala della Metropolitana di Napoli, mentre altre sue opere entrano nelle collezioni del Museo di Capodimonte (2011) e del Pio Monte della Misericordia (2012).

La ricerca di Campos è da subito orientata a individuare una sintesi espressiva tra arte e antropologia: attraverso la rappresentazione fotografica viene fatta emergere la valenza simbolica ed evocativa di pose e atteggiamenti, ma anche di spazi-tempi in cui l’essere umano sembra sospeso, in un difficile equilibrio, tra tradizioni ataviche e mondo globalizzato. Questa modalità di lavoro si esprime attraverso la realizzazione di cicli tematici, collegati l’uno all’altro: Brasil de carne e osso (2005), testimonianza di incontri, che si fanno differenze/analogie culturali e sociali, colti durante un viaggio nei 27 Stati brasiliani; Analogie (2002), espressione di una straordinaria convergenza di realtà, situazioni e tipi umani, attraverso un confronto tra i “ritratti napoletani” con quelli simili, seppur differenti nella loro incredibile ‘familiarità’, delle diverse genti brasiliane. Questa ricerca prosegue con il ciclo La città dolente (2012), che prende il titolo dal libro che il medico svedese Alex Munthe scrisse durante l’epidemia che colpì Napoli nel 1884. Nel 2007 Campos realizza il ciclo Oscar Niemeyer: Architettura, Città e Paesaggio, omaggio ai cento anni  dell’architetto brasiliano, autore, tra l’altro, del Museo di Niterói, presso cui più volte Campos espone le proprie opere. Nel 2011 il Museo di Capodimonte presenta Inquietudine (2009), in cui Campos raffigura la condizione di non-quiete, la transitorietà di persone e ambienti a cui corrisponde una ‘inquietudine’ interiore, intesa come stato mentale e come sentimento di mancanza produttiva di immaginario critico. Gli sguardi e le pose di una quotidiana e stanca routine vengono colti in quei non-luoghi che, per definizione moderna, rappresentano il viaggio e il movimento delle moltitudini: stazioni, aeroporti, treni, metropolitane, musei, strade (di São Paulo, Pechino, Beunos Aires, Lisbona, New York, Porto Alegre, Napoli, Rio de Janeiro, Berlino, Shanghai, Venezia, Brasilia e Istanbul).

La sequenza del trittico entrato nella collezione del museo Madre nell’ambito del progetto Per_formare una collezione. Per un archivio dell’arte in Campania traduce in modo esemplificativo il titolo dell’intero ciclo Redemption, che fa riferimento al riscatto della natura umana e all’elevazione spirituale, a contatto con la sacralità della vita e le miserie del mondo. Il primo scatto è dedicato al Cimitero delle Fontanelle di Napoli, con i suoi riti delle “Anime Pezzentelle” e le montagne di teschi senza nome, vittime dell’epidemia di peste del 1656 e del colera del 1836. Il secondo ritrae un momento del culto afro-brasiliano del Candomblé, commistione di animismo e cristianesimo, qui rappresentato dal guerriero Ogum, corrispettivo del San Giorgio della religione cattolica. Infine un cumulo di migliaia di scarpe, prelevate dai nazisti ai reclusi nei campi, e oggi conservate in una sala del Museo di Auschwitz-Birkenau, sposta il ragionamento dalla morte come dimensione spirituale (Anime Pezzentelle e guerriero Ogum) a quella della crudele morte ideologica (i campi di concentramento), condizione inimmaginabile e irrappresentabile, se non per pudico accenno a ciò che ne rimane come testimonianza oggettuale, e quindi come reperto fotografico.

[Olga Scotto di Vettimo]

Cimitero delle fontanelle – Napoli, Italia, 2008

In esposizione dal 23 giugno al 13 novembre 2018. Attualmente non esposta.

Da: "Redemption (Triptych)", 2007-2013. Donazione dell’artista. Collezione Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Salvino Campos.

Candomblé – Salvador – Bahia, Brasil, 2013

In esposizione dal 23 giugno al 13 novembre 2018. Attualmente non esposta.

Da: "Redemption (Triptych)", 2007-2013. Donazione dell’artista. Collezione Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Salvino Campos.

Birkenau – Auschwitz, Poland, 2007

In esposizione dal 23 giugno al 13 novembre 2018. Attualmente non esposta.

Da: "Redemption (Triptych)", 2007-2013. Donazione dell’artista. Collezione Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Salvino Campos.