Mimmo Paladino

Mimmo Paladino, Senza titolo, 2005 (dettaglio). Collezione Madre, Napoli. Courtesy Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli. Foto © Amedeo Benestante.

Nel 1977 l’artista esordisce proprio a Napoli con una grande murale a pastello nella galleria di Lucio Amelio. L’opera costituisce il primo segnale della nuova figurazione pittorica che in quegli anni si impone come nuova tendenza dell’arte contemporanea nel mondo, la Transavanguardia, che esordisce alla Biennale di Venezia nel 1980. Nella ricerca artistica di Mimmo Paladino ricorrono immagini che rimandano ad un universo arcano e primitivo, dove le forme sono tradotte in segni eleganti e semplificati. Figure allegoriche abitano un mondo in cui convivono vivi e morti, teschi e scheletri, le caratteristiche maschere senza espressione, gli animali. Le stesse forme vanno progressivamente affrancandosi dall’iniziale supporto per vivere poi autonomamente in un contesto tridimensionale. Dal 1985 il dialogo tra pittura e scultura si fa più serrato e le installazioni di grandi dimensioni si basano sempre più sulle combinazioni di elementi scultorei figurativi con scansioni pittoriche monocromatiche. Nella sala a lui dedicata al Madre l’insieme formato dagli ermetici segni graffiati sulla superficie grezza delle pareti e la scultura aggettante nello spazio assumono un rilievo ambientale che immerge lo spettatore in una totalità epifanica.