THEO ESHETU

Londra, Inghilterra (1958), vive e lavora a Berlino, Germania

Theo Eshetu, The Return of the Axum Obelisk  2009

video HD, 26’45’’

Courtesy dell’artista | Courtesy of the artist

L’opera presenta, secondo una narrazione audiovisiva non lineare, il ritorno dall’Italia all’Etiopia della stele di Axum e della sua erezione in Etiopia, ad Axum. Con questo lavoro, Theo Eshetu affronta la documentazione di un evento storico estremamente importante per la storia etiope, per la narrazione della storia coloniale italiana e per la rimessa in causa della sua eredità nel presente. L’opera si ricollega al mito fondatore dell’Etiopia della Regina di Saba, come narrato nel Kebra Nagast (Legge dei Re) del XII secolo, che lega l’Etiopia alla Terra Santa e che vede l’introduzione del cristianesimo in Etiopia precedente al suo arrivo a Roma […] La stele (erroneamente chiamata obelisco dagli italiani) di Axum – alta 25 metri e pesante 160 tonnellate, datata al III Secolo d.C – era una stele funeraria dei monarchi dell’impero axumita e conservata nell’Etiopia del XX secolo come simbolo della storia precristiana etiope, insieme ad altre stele. Dopo l’introduzione del cristianesimo, Axum divenne la capitale religiosa dell’Etiopia, e l’’obelisco’, con le altre stelae erette nella zona più antica della città, incarnavano l’antica civiltà precristiana dell’Etiopia, sempre presente nella vita quotidiana e nella narrazione storica del paese. Durante l’occupazione italiana dell’Etiopia, nel 1937, l’obelisco fu portato a Roma ed eretto davanti all’allora Ministero delle Colonie: un gesto simbolico importante, vissuto come la vendetta alla sconfitta di Adua di quarant’anni prima. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Ministero delle Colonie divenne sede della FAO (Food and Agricultural Organization): l’obelisco rimase di fronte all’edificio quasi a simboleggiare una relazione post-coloniale tra l’Etiopia come destinatario principale degli aiuti alimentari e l’Occidente. Mai liberato delle sue connotazioni coloniali, l’obelisco è stato poi oggetto di un dibattito politico e diplomatico sulla necessità di rimpatriarlo, che vide schierata su diverse posizioni anche la comunità etiope residente in Italia. Nel maggio 2002 un fulmine colpì e danneggiò gravemente l’obelisco e piuttosto che intraprendere un costoso restauro, il governo italiano optò per smontarlo e inviarlo ad Axum tre anni dopo, nel 2005.

– Lucrezia Cippitelli, ‘Theo Eshetu’ in Colonialità e culture visuali in italia: Percorsi critici tra ricerca artistica, pratiche teoriche e sperimentazioni pedagogiche edited by Lucrezia Cippitelli and Simone Frangi, mimesis edizioni, 2021