Expoliada II 2016
filo di cotone tinto a mano, struttura in legno
Courtesy di Cecilia Brunson Projects
Il lavoro di Sandra Monterroso attinge alle forme di pensiero materiale della cultura maya comunità Q’eqchi, uno dei gruppi linguistici maya del Guatemala, a cui l’artista è legata. Monterroso fa uso delle pratiche artigianali femminili in quanto espressioni metaforiche dell’intreccio tra comunicazione e perdita culturale. Expoliada II emerge dallo studio di Monterroso sulla tessitura in quanto tecnologia di trasmissione spirituale. Strutturata su tre livelli, l’opera fa riferimento alla cosmologia maya e in particolare al valore simbolico del colore giallo, rappresentativo del punto cardinale sud, dove il sole si raggiunge lo Zenit. Nella sua progressiva perdita di colore, il simbolismo materiale della scultura è rivelato dal titolo dell’opera, che si traduce come “saccheggiata” e fa riferimento allo stato di subalternità ed espropriazione a cui le comunità maya sono state soggette nel corso della storia del paese e in particolare durante la guerra civile guatemalteca (1960-1996).
Dichiarazione dell’artista
Per me è importante sfumare il confine tra ciò che conosciamo come ‘artigianale’ e ‘artistico’, ma facendo attenzione a non confondere o totalizzare le due cose in un’unica idea. Vale a dire che molto lavoro artigianale ha un rigore nell’esecuzione della sua pratica e nasce da un sapere che è in sé un’arte. Soprattutto oggetti o pratiche che si realizzano di generazione in generazione, mantenendo un sapere ancestrale e locale millenario, come l’arte del tessile. Quindi imparare questo sapere per me è stato imparare una pratica artistica millenaria, la tintura ha una grande storia nel nostro territorio. Portarla nello spazio dell’arte contemporanea mi permette di aprire questi dibattiti, di interrogare questi altri metodi e percezioni estetiche. Imparare queste tecniche significa anche mettersi al loro posto, parlando da un luogo di enunciazione che in qualche modo condivido. Le opere tinte con il filo si ispirano a questa pratica ancestrale, lo stesso processo tecnico di tintura si ripete, si risignifica nello spazio dell’arte contemporanea.