SAM KEOGH

Contea di Wicklow, Irlanda (1985), vive e lavora a Londra, Regno Unito

The Island  2021

HD video, 28’43’’

Commissionato per Rethinking Nature

Courtesy dell’artista e Kerlin Gallery, Dublino

Nel film The Island di Sam Keogh, l’avatar dell’artista, chiamato “bushranger”, un bizzarro ibrido tra un essere antropico e un albero, guida lo spettatore attraverso i paesaggi onirici in technicolor di Fortnite, un videogioco online che ha acquisito un’importante popolarità negli ultimi anni. Nel gioco, 100 giocatori vengono paracadutati su un’isola deserta dove devono lottare per accumulare risorse e combattere fino alla morte, un obbiettivo reso sempre più pressante dall’arrivo della cosiddetta “Tempesta”. L’ultimo sopravvissuto vince la partita. L’intera isola si trova nell’occhio di questa tempesta che si contrae progressivamente, costringendo i giocatori a scontrarsi tra loro. La narrazione di Keogh traccia connessioni tra la meccanica del gioco e gli impatti ambientali della sua crescente popolarità. Mentre le isole e gli arcipelaghi di tutto il mondo, che ancora oggi evocano un immaginario coloniale di natura incontaminata e disabitata, sono minacciati dall’innalzamento del livello del mare e da eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, la popolarità di Fortnite continua a crescere. Di conseguenza, l’infrastruttura del gioco cresce, richiedendo un numero sempre maggiore di centri di elaborazione dati che al giorno d’oggi vengono spesso costruiti su delle isole artificiali galleggianti al largo delle coste del nord Europa. Mentre milioni di giocatori online su The Island premono “play again” per mettere alla prova le proprie capacità di sopravvivenza individualistiche di fronte al collasso climatico, al di fuori del gioco la vita reale sembra replicare sempre di più le dinamiche del gioco, dinamiche che sono rafforzate dalla crescente presa di potere di posizioni eco-fasciste e “survivaliste”.

 

 

 

Dichiarazione dell’artista 

Ho costruito una sorta di isola ispirata dal mondo di Fortnite, che è in parte basata su un sogno che ho fatto sul gioco. Così, in quella sezione, parlo di quel sogno e traccio connessioni tra quello che accade in Fortnite e le fantasie e i desideri della crescente ondata di ecofascismo odierno. Un testo importante per concepire questo lavoro è stato il libro di Alfie Bown, The Playstation Dreamworlds, in cui si propone l’idea che la psicoanalisi freudiana dei sogni potrebbe essere uno strumento molto utile per capire i desideri e i sogni espressi dai videogiochi. In tal senso, il film cerca di prendere quell’idea e aprire Fortnite per studiare il gioco da un angolo più traversale, incrociando i parallelismi tra le cose che facciamo in Fortnite in quanto giocatori e le fantasie di una sorta di futuro competitivo, violento e individualistico, che a sua volta è un immaginario abbastanza prevalente al giorno d’oggi negli immaginari ecofascisti.