ROSSELLA BISCOTTI

Molfetta, Italia (1978), vive e lavora tra Rotterdam, Paesi Bassi e Bruxelles, Belgio

Rossella Biscotti, Note su Zeret | Notes on Zeret  2014-2015
stampa blue back, stampe risograph | blue back print, risograph prints
Courtesy dell’artista | Courtesy of the artist

Ph Amedeo Benestante

Note su Zeret è un diario visivo realizzato nella grotta di Zeret nella provincia di Manz, in Etiopia. L’artista ha visitato e fotografato il luogo accompagnata dai discendenti dei combattenti della resistenza etiope, i quali si rifugiarono insieme alla loro comunità all’interno della grotta e allestirono una base di guerriglia per un gran numero di persone. La grotta di Zeret fu assediata e attaccata con l’iprite, il cosiddetto “gas mostarda”, dall’esercito italiano dal 9 all’11 aprile 1939. La maggior parte delle persone vennero giustiziate a colpi di mitragliatrice all’uscita della grotta mentre cercavano di sfuggire all’attacco chimico. Le prove raccolte da ricercatori e archeologi indicano che nella grotta vivevano circa 2000 persone. Le immagini che compongono l’opera sono una documentazione di questa comunità e delle tracce rimaste dopo l’attacco. Secondo quanto riferito, la maggior parte della comunità fu uccisa in questo massacro e solo una quindicina di sopravvissuti hanno potuto raccontare l’episodio e tramandare queste testimonianze ai loro discendenti. Nel 2006, grazie alle ricerche dello storico Matteo Dominioni, l’episodio del massacro è stato reso pubblico per la prima volta in Italia. Note su Zeret è composto da dieci stampe risografiche di immagini scattate all’interno della grotta e da due fotografie, stampate su carta e applicate a muro. Nelle stampe i membri della comunità di Zeret spiegano la storia dell’episodio nella grotta indicando i segni della vasta e ben organizzata base di resistenza della guerriglia: focolari usati per cucinare, cocci di vasellame rotto, frammenti di macine e altri elementi intervallati dalle tracce della violenza del massacro. Le due fotografie sono state scattate lungo il percorso che dal villaggio di Zeret porta alla grotta nascosta all’interno di una rupe basaltica. L’artista, insieme a dieci membri della comunità, hanno disceso la montagna guidati dall’anziana Elfinesh Tegeni, figlia di uno dei sopravvissuti, che appare di spalle in una delle fotografie a muro. I visitatori possono portare con sé le stampe.