La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee presenta la mostra Astarte’s Cosmic Symphony dell’artista libanese Zena el Khalil, a cura di Marina Guida e realizzata in collaborazione con la Fondazione Merz e la Galleria Giorgio Persano.
Artista, scrittrice, attivista culturale e istruttrice di Nāda Yoga, Zena el Khalil (Londra, 1976) lavora con una varietà di media che includono la pittura, l’installazione e la performance, dedicando la sua ricerca alla costituzione di una cultura della pace attraverso l’amore universale, la compassione, il perdono e l’empatia. Nelle sue installazioni site-specific l’aspetto performativo deriva dalle tecniche e i rituali di meditazione: coniugando memoria familiare e collettiva, guida cerimonie di guarigione in spazi che hanno resistito storicamente a traumi e violenze, disastri ambientali, massacri e torture. Nel corso degli ultimi due anni, Zena el Khalil ha condotto interventi artistici in spazi che un tempo erano centri spirituali di adorazione della Dea Madre: il tempio fenicio di Eshmun e Astarte in Libano, la grotta della Sibilla Cumana in Italia, l’Oracolo di Delfi in Grecia. È intervenuta, inoltre, ad Aley, in Libano, nella casa abbandonata della sua prozia Jameeli Al Fakih e nel palazzo di Ibrahim Shaker devastato dalla guerra civile.
Ispirata dalle discipline del Nāda Yoga, della Cimatica e della Fisica Quantistica, el Khalil approda all’idea che l’intero mondo materiale sia composto da vibrazioni che danno origine alla forma. Attingendo alla suggestione della Musica Universalis di Pitagora e alle tecniche sciamaniche, la prassi di meditazione che l’artista studia ed applica nelle sue performance attraverso il suono genera uno spostamento di coscienza per approdare alla Spanda, il sottile impulso creativo dell’Universo che si manifesta nel dinamismo della forma vivente.