Santiago Torresagasti, Immagine in negativo di Vermisst, 2024

Premio Piero Siena

a cura di Paola Tognon

19.12.2024 — 20.01.2025

Orari e biglietti

Promosso e organizzato dalla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige, Ripartizione Cultura italiana, il Premio Piero Siena si svolge a cadenza biennale con l’intento di costruire nuove opportunità per le artiste e gli artisti del territorio altoatesino, in una ideale linea di continuità con le politiche culturali promosse da Piero Siena (Castelbelforte, 1912 – Bolzano 2003). Pittore, autore, critico, manager e attivista politico, Piero Siena sceglie di vivere a Bolzano gran parte della sua vita dove immagina (1986), fonda (1987) e dirige sino al 2001 Museion. Ai vincitori del premio l’acquisizione di opere nelle collezioni di importanti musei italiani e un contributo in denaro.

La prima edizione del Premio (2022) ha visto la collaborazione del MAXXI, Museo per le arti del XXI secolo di Roma e di Museion, museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano. Questa seconda edizione coinvolge la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre di Napoli (primo premio) e nuovamente Museion (secondo premio).

Una prima giuria composta da Frida Carazzato, Valentina Cramerotti e Paola Tognon, con una indagine che ha fatto propri i criteri di qualità, ricerca e distinguibilità, ha composto una shortlist di 10 nomi tra le artiste e gli artisti che negli ultimi 25 anni hanno goduto del sostegno dell’Ufficio Cultura italiana della Provincia di Bolzano-Alto Adige. La shortlist è stata il punto di partenza per la seconda giuria composta da Eva Fabbris, direttrice di Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre di Napoli, Bart van der Heide, direttore di Museion e Paola Tognon curatrice del premio. Il confronto ha permesso di individuare nella shortlist i 2 artisti premiati ribadendo, dentro una prospettiva rivolta al futuro, l’attenzione alle più giovani generazioni.

La collaborazione tra Museion e museo Madre inquadra la promozione delle pratiche artistiche emergenti in un orizzonte che supera i confini territoriali locali. Oltre a favorire la conoscenza e diffusione del valore della comunità artistica altoatesina a livello nazionale e conseguentemente internazionale, questa collaborazione rafforza la consapevolezza dell’importanza del dialogo e dello scambio tra contesti culturali diversi quale fondamentale nutrimento per la ricerca, la produzione, la fruizione dell’arte.

Il processo di acquisizione dei lavori vincitori come punto di arrivo del percorso del Premio, stimola una riflessione sul ruolo delle collezioni museali come spazi vivi e in trasformazione, che registrano gli andamenti del presente, oltre ad archiviare e preservare la memoria del passato. A questo proposito, il museo Madre è lieto di poter presentare le opere vincitrici dell’edizione 2024 del Premio Siena in concomitanza temporale con lo svolgimento della mostra collettiva Gli Anni, che pone in dialogo opere della collezione del Madre con opere provenienti da altre importanti raccolte pubbliche e private, indagando la capacità dell’arte di raccontare il suo tempo e riflettendo proprio sul ruolo delle collezioni di un territorio come depositi di storie, episodi e passaggi che fanno parte di un vissuto condiviso.

Artisti della shortlist del Premio Piero Siena
Stefano Bernardi
Silvia Capuzzo
Carla Cardinaletti
Damiano Colombi
Sara Di Nasso
Egeon (Matteo Picelli)
Samira Mosca
Nadia Tamanini
Rolando Tessadri
Santiago Torresagasti

Primo premio
Santiago Torresagasti con l’ingresso delle opere  Vermisst (la Beffa), 2024 e Agadez, 2016 nella collezione del Museo Madre

Secondo premio
Nadia Tamanini  con l’ingresso delle opere Scartamodello #0 – Ojalà un ojal, 2023; Tracciata, 2023; Mai mancante neve di metà maggio, 2023; Tienimi strett(’), 2023;Tieniti strett(’) 2024; D’Ort / torneranno i prati (O), 2023; D’Ort (m-/d-/k- ein O), 2024  nella collezione di Bolzano

L’opera di Santiago Torresagasti agisce con un linguaggio pensoso e originale su temi antropologicamente nodali come la memoria e la sua rappresentazione, tradotti nella sua pratica in visioni capaci di smarcarsi da limiti spaziali, temporali e finanche ideali. In particolare la sua opera ongoing Vermisst, incentrata su un impossibile racconto visivo delle persone scomparse, si propone l’assurdo quanto poetico scopo di mappare delle città del mondo attraverso la storia di chi si è sottratto alla vita condivisa; attraverso una trasposta  visualizzazione di chi, in quei luoghi, non c’è.
Questo modo di evocare le individualità e le personalità, nonché di osservare i luoghi attraverso la lente dell’assenza, declina il tema della lontananza affettiva e percettiva dal punto di vista politicamente consapevole delle identità etero-discendenti.
Allo stesso tempo, le sue opere si distanziano dal dato documentaristico per parlare delle più profonde esperienze umane. 

… La pratica artistica di Nadia Tamanini testimonia la capacità di intrecciare temi complessi e interrelati in un insieme coeso. Il lavoro riflette con forza le connessioni tra la vita, il linguaggio e il filo simbolico, invitando il pubblico a esplorare il nascosto e il conosciuto, il silenzioso e il parlato. La sua arte, a volte letteralmente, ricuce insieme i temi della poesia, del femminismo e della memoria in un mondo multidisciplinare fatto di assemblaggi, ready-made, performance e corpo femminile. Come tale, Tamanini esplora questi temi complessi con profondità e sfumature, creando senza soluzione di continuità una narrazione armoniosa e sfaccettata che parla a più livelli. Una narrazione lineare non è lo standard esclusivo; al contrario, l’artista permette alla sua storia di dipanarsi da tutte le direzioni contemporaneamente.
La sua ricerca sul linguaggio si inserisce con consapevolezza all’interno di una tradizione e di una eredità che costituiscono uno dei nuclei principali della collezione di Museion.

Eva Fabbris, Bart van der Heide, Paola Tognon

Santiago Torresagasti (1991 Buenos Aires – Argentina, vive e lavora a Bolzano) si forma in regia a Milano. La sua prima video installazione, Agadez_2016, è presentata a Museion a Bolzano in Museum as Toolbox; la seconda, 96°/ -6°_2017 viene proiettata in spazi pubblici a Bolzano e Milano. Realizza poi i cortometraggi La Scheda, Il Diluvi e Hết che riceve la menzione per la scrittura del Premio Zavattini e concorre al Saint Moritz Art Film Festival.  Nel 2023 partecipa al XXVII corso della Fondazione Ratti di Como e alla mostra È ora di alzarsi; sempre nel 2023 la sua prima personale Zero virgola quattro nella Galleria Massimo Minini di Brescia. Nel 2024 Il film Hết è selezionato al Bellaria Film Festival e Lago Film Festival.

Nadia Tamanini (Trento 1987, vive e lavora a Bolzano) mescola linguaggi e materiali. Nella sua ricerca il verbale si incarna nello spazio dove la parola, l’immagine e la materia si fanno strumento di dialogo partecipativo. Il suo lavoro scorre affilato e irriverente, dipanandosi in punta di ago tra un filo, un cartamodello, un occhiello e un grembiule: una pratica nella quale i contorni delle montagne, i saliscendi di parole e lettere, diventano poesia, visione e performance.