L’ombra dell’albero

L’ombra dell’albero

Rassegna cinematografica a cura di Martha Kirszenbaum

14.12.2023 — 06.03.2024

Orari e biglietti

L’ombra dell’albero

a cura di Martha Kirszenbaum

Il cipresso è il dolore dell’albero e non l’albero, e non ha ombra perché è ombra dell’albero.” Bassam Hajar

L’ombra dell’albero è una rassegna cinematografica che presenta opere di artisti originari della regione del Mediterrano MENA (Middle-Est / Noth Africa). Il titolo si riferisce a un verso del poeta libanese Bassam Hajar che evoca, in un epigramma circolare, concetti di dislocamento e scomparsa facendo riferimento alla metafora dell’albero, elemento centrale della topografia geologica e culturale della regione, dove cipressi e ulivi rappresentano il senso di radicamento ed esilio.

Presentata nella Sala Madre, la rassegna si sviluppa nel corso di otto settimane attraverso programmi monografici e co-curati che riuniscono oltre quaranta opere di immagini in movimento, dal lungometraggio al video e dal documentario alla musica. Articolata in sei programmi, la rassegna alterna tre proiezioni retrospettive di Basma al-Sharif, Valentin Noujaïm e Sara Sadik e tre programmi co-curati immaginati da Martha Kirszenbaum insieme a Myriam Ben Salah, Stella Bottai e Asma Barchiche.

I programmi saranno introdotti, nel corso della durata dell’intera rassegna, da una serie di incontri con alcuni delle autrici e degli autori coinvolti, secondo il calendario riportato di seguito, oltre che con personalità del mondo della cultura.

Le opere selezionate approfondiscono una riflessione storica e politica sulla regione MENA, contemplando una pluralità di rappresentazioni, approcci e mondi immaginari in tempi di equilibrio frammentario. Al contempo, intendo ampliare l’eredità visiva e culturale della regione attraverso l’uso del mezzo video e delle nuove tecnologie.

 

14 – 26 dicembre 2023
Programma 1: Basma al-Sharif
La pratica di Basma al-Sharif analizza conflitti politici ciclici e affronta l’eredità del colonialismo attraverso opere satiriche, immersive e liriche. La sua pratica si colloca a metà tra il cinema e l’installazione, concentrandosi sulla condizione umana legata a vari paesaggi, ambienti e geografie. Le sue opere cercano di comprendere luoghi complessi, sovraccaricati da conflitti politici, come modo di immaginare varie modalità di esistenza in tali spazi.

27 dicembre 2023 – 8 gennaio 2024
Programma 2: I Heard You Laughing
I Heard You Laughing, curato insieme a Myriam Ben Salah, riflette sull’importanza della cultura popolare, sull’onnipresenza delle tecnologie e sul ruolo della musica e della danza, affrontando una forma di dis-orientalismo vernacolare e esprimendo una sorta di “cosmopolitanismo digitale”. Comprende videoclip selezionati di musicisti iconici del Medio Oriente degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, accanto a opere video di artisti contemporanei che riflettono sulle complessità della spesso iper-semplificata configurazione del rapporto tra Oriente e Occidente.

10 – 22 gennaio 2024
Programma 3: Sara Sadik
Il lavoro di Sara Sadik mette in discussione la rappresentazione culturale dei sobborghi francesi e della cultura giovanile nelle comunità operaie della diaspora maghrebina attraverso riferimenti musicali e/o contesti come videogiochi, street fashion o social media. L’autrice introduce lo spettatore in scenari iniziatici in cui giovani uomini vivono prove affettive ed esplorano la propria vita emotiva. All’interno di essi, i protagonisti manifestano legami e codici diversificati che esistono tra gli outsider che, nell’incontro con i loro coetanei, sviluppano nuove definizioni di appartenenza.

24 gennaio – 5 febbraio 2024
Programma 4: Muscle Memory
Muscle Memory, immaginato da Stella Bottai, riprende la memoria muscolare come metafora per affrontare dinamiche nodali nella costruzione della soggettività individuale e collettiva, di identità culturali e di genere e del patrimonio immateriale. Prestando attenzione a temi quali conoscenza acquisita / conoscenza trasmessa, le rinegoziazioni dell’origine e l’incarnazione del rapporto mente-corpo, queste opere appartengono al Meridione attraverso le loro connessioni biografiche e/o geografiche, con una particolare attenzione alla città di Napoli come contesto chiave generativo.

7 – 19 febbraio 2024
Programma 5: Valentin Noujaïm
Il cinema di Valentin Noujaïm racconta utopia, sogni nascosti e racconti politici fantastici. La sua ricerca ruota attorno a argomenti quali lotte antirazziste, utopia spaziale e corpi traumatizzati. Viene permeata dalla questione della sparizione come strumento politico che mette in discussione le relazioni di potere e dominazione attraverso il prisma di un forte ideale: l’amore rivoluzionario o l’amore per la rivoluzione.

21 febbraio – 4 marzo 2024
Programma 6: I Will Sing for Joy
I Will Sing for Joy, ideato da Asma Barchiche, presenta una serie di immagini di finzione e documentarie che provengono da geografie usurpate, includendo una moltitudine di modi per mappare le narrazioni dei loro abitanti. Combinando diversi linguaggi visivi, questi archivi e paesaggi si intrecciano per comporre film che prendono forma a partire da un dettaglio, uno sguardo, un uccello, una lettera, il suolo, la terra.

6 marzo – 18.00
Finissage della rassegna: L’ombra dell’albero | The shadow of the Tree
 a cura di Martha Kirszenbaum
ore 18 lncontro tra le curatrici Martha Kirszenbaum e Asma Barchiche, modera Eva Fabbris, direttrice del museo Madre
ore 19.30 Proiezione di Bye Bye Tiberias (2023) di Lina Soualem, Film presentato alle Giornate degli Autori all’ottantesima Mostra del Cinema di Venezia
Pausa
ore 21.15 Performance dal vivo del percussionista Mohammad Reza Mortazavi
Pausa
ore 22.30 DJ set di Samson
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

 

Martha Kirszenbaum (n. 1983) è una curatrice, scrittrice e editor che vive e lavora a Parigi. Si è laureata alla SciencesPo di Parigi e alla Columbia University di New York con una laurea magistrale in Storia Politica e Studi Culturali. È stata la curatrice del Padiglione della Francia alla 58a Biennale di Venezia rappresentato da Laure Prouvost e ha fondato e diretto Fahrenheit, uno spazio espositivo e un programma di residenza a Los Angeles. Ha collaborato con istituzioni prestigiose come il MoMA e il New Museum di New York e il Centre Pompidou, ha insegnato pratica curatoriale a livello internazionale e contribuisce regolarmente a varie pubblicazioni e riviste d’arte, tra cui “Flash Art”, “Mousse”, “Kaleidoscope” e “CURA”, di cui fa parte del comitato editoriale.