GIANFRANCO BARUCHELLO

Livorno, Italia (1924), vive e lavora a Roma, Italia | Livorno, Italy (1924), lives and works in Rome, Italy

Da sinistra a destra:

Agricola Cornelia 1 – 2 – 3  1973
tecnica mista
Courtesy dell’ artista e Fondazione Baruchello

 

Costruire una torre al mattino con materiali trovati 1979
tecnica mista
Courtesy dell’ artista e Fondazione Baruchello

 

Agricola Cornelia. Questio de aqua et terra (A – B – C – D)  1980
smalti industriali, china su alluminio
Courtesy dell’ artista e Fondazione Baruchello

Fotografia: Amedeo Benestante

 

 

Agricola Cornelia 1  1973

tecnica mista

Courtesy dell’artista e Fondazione Baruchello

 

 

Agricola Cornelia 2  1973

tecnica mista

Courtesy dell’artista e Fondazione Baruchello

 

 

Agricola Cornelia 3  1973

tecnica mista

Courtesy dell’artista e Fondazione Baruchello

 

 

 

 

 

L’approccio concettuale pionieristico di Gianfranco Baruchello è centrale alla storia dell’arte italiana del XX e XXI secolo, grazie ad una pratica artistica che decostruisce e riconfigura i sistemi di significazione contemporanei. La costellazione di opere presentate in Rethinking Nature emerge da Agricola Cornelia Società per Azioni, progetto intrapreso dall’artista tra il 1973 e il 1981, quando occupò un terreno nella periferia di Roma con l’intenzione di coltivarlo. Sottraendo il terreno alla speculazione immobiliare e impiegandolo per la coltivazione di ortaggi e l’allevamento di bestiame, l’artista mette in discussione i limiti dell’arte in un’epoca in cui pratiche come la Land Art definivano le possibilità di interazione fra arte e natura. L’attenzione pionieristica di Baruchello inerente l’agricoltura come forma di sviluppo di nuove conoscenze e come attività creativa porta a sperimentazioni documentate dalla serie di fotografie storiche esposte in Rethinking Nature a fianco di tre bacheche che presentano appunti per un futuro di là da venire su nozioni quali il cibo, la politica e le relazioni con gli animali. Iniziato in quanto forma di militanza politica, il progetto si trasforma ben presto in un’esplorazione delle relazioni tra azione agricola e introspezione relativa alla natura. Nella serie Agricola Cornelia. Questio de aqua et terra, l’artista articola, attraverso il suo peculiare stile calligrafico e diaristico, le relazioni tra i molteplici strati della terra e quelli della propria psiche. Tale relazione con l’agricoltura, non in quanto mera attività produttiva ma in quanto pratica in grado di coinvolgere tutto il proprio essere, è ulteriormente articolata in Progetto Kanak. Ispirata alla visione olistica dell’agricoltura della cultura Kanak della Nuova Caledonia, la serie presenta diagrammi che intrecciano molteplici livelli di realtà, conoscenza e speculazione al fine di tracciare una nuova comprensione politica dell’agricoltura. La relazione tra sensibilità individuale e immaginazione radicale è ulteriormente ampliata da Costruire una torre al mattino con materiali trovati, serie di sculture sviluppate attraverso un esercizio giornaliero di raccolta di materiali di scarto, in cui l’artista combina sensibilità individuali e un’immaginazione radicale per costruire nuove forme di abitare.

 

Estratto da Gianfranco Baruchello, ‘How to Imagine: A Narrative on Art and Agriculture’ (1983)

“L’Agricola Cornelia e tutte le operazioni agricole che vi sono state eseguite sono esse stesse qualcosa di immaginario. Gli animali che abbiamo allevato e le coltivazioni che abbiamo coltivato sono stati reali e mitici allo stesso tempo. Hanno assunto un valore analogico e sembrano essere state invenzioni alchemiche, in qualche modo. Le coltivazioni dei campi sono state fatte senza un vero scopo, o meglio con l’unico scopo di trasformarci in adepti della coltivazione. Non si potrebbe dire che questa fosse la nostra intenzione originale, ma le nostre intenzioni e gli scopi che abbiamo scoperto di avere si rivelano essere due cose diverse. Decidi che questo campo deve essere coltivato perché è una fonte di cibo e può soddisfare quel tipo di necessità primaria, e più tardi ti rendi conto che la cosa più importante di tutte è stata eleggere te stesso come adepto di questo campo”.