Jimmie Durham: humanity is not a completed project | Sale 18, 19

ORA

 

Stamattina presto

(per favore, questa indicazione non immaginarla rispetto a quando mi leggerai tu;

cioè, non leggere il sintagma alla lettera, ma magari invece leggilo poeticamente;

mentre lo leggi è in effetti “il futuro” di “ora”, forse proprio un ben lontano “poi”

in questo futuro immaginato.

Non sarebbe interessante se te lo leggerai comunque una mattina presto ma la tua?

Come se fosse possibile davvero una qualche connessione

tra il leggere e lo scrivere.

 

Anche se è altrettanto sano immaginare che ora sia la tua sera,

con te che ancora provi a decifrare quell’antica

lingua di popoli semi-mitici in un oscuro passato).

 

In piedi sulla terra che gira,

immaginavo la giornata e il sole ancora “basso”

e le poche nuvole che corrono, credo, via e sia e perché

il sogno delle ultime ore dell’ultima notte mi resta tanto a lungo nella, come si dice, testa.

 

(potrebbe esserci ancora una connessione, no?)

Ognuno in una simile posizione, situato cioè, fisicamente o meta, direi, fisicamente su un livello

al di sopra del normale, mentre assiste testimone alla visibilità sempre maggiore

del sole che (apparentemente) sorge potrebbe immaginare almeno un breve futuro in cui

ci sarà qualche nuvola o qualcosa a corrersene via mentre il giorno si fa, come si dice, più lungo.

 

Il sole è più grande di quanto noi possiamo in realtà concepire ma è solo uno

tra milioni ancora più grandi in questa non-proprio-grande galassia per come le galassie si misurano.

In un ammasso di grandi galassie, per fortuna ben lontano da qui,

(come si può immaginare un “ammasso di galassie”?)

hanno registrato che c’è stata un’esplosione al “confine” di un buco nero “molto grande”.

 

Quest’esplosione, hanno scritto, è/fu talmente forte da produrre una specie di rientro nell’ammasso.

Quest’evento, se la parola ha un qualche senso, si sarà verificato talmente tanto tempo fa

che persino tu, lettore-del-futuro (se un fenomeno del genere dovesse mai succedere), non

sarai ancora nato né tu né io né i miei antenati o amici.

 

Forse dell’“evento” (se il semplice fatto di starsene in piedi su una collinetta può chiamarsi un evento)

di starsene in piedi su una collinetta a guardare, indirettamente dato il pericolo di un danno alla vista,

il sole mentre gira la terra

è stato testimone un uccello (vedono tutto, ogni nostra mossa)

o anche un uccello e un (non tanto timido quanto attento – e si capisce, data la situazione) piccolo,

secondo gli standard umani, topo.

 

Lasciami solo. Voglio star solo.

Non lasciarmi solo. Di base, ognuno di noi è solo.

NON SIAMO SOLI

 

Be’, non appena il giorno si fa sera (non ci ha messo tanto, no?)

ogni pensiero su come uno possa provare a parlarti diventa, se non più “dolce”,

 

Jimmie Durham 2020 Napoli

 

 

 

Traduzione dall’inglese di Sacha Piersanti

 

Leggi la poesia inedita NOW di Jimmie Durham in inglese

Jimmie Durham: humanity is not a completed project, veduta della mostra al Madre, 2023. Foto di Amedeo Benestante