Jimmie Durham: humanity is not a completed project | Sala 5, 6, 7

La mostra traccia un parallelo tra la decostruzione di Durham dell’imperialismo europeo e la sua indagine sulla rappresentazione dei primi popoli negli Stati Uniti. Nell’opera The history of Europe (2012), prodotta per dOCUMENTA (13), Durham analizza l’Europa in quanto continente e in quanto entità politica autoproclamata, ribattezzandola ‘Euasia’ in conformità con la sua effettiva massa geologica. L’artista osserva, attraverso una narrazione di eventi storici, che la grande “penisola” non è altro che un’entità politica inventata. Le interruzioni che l’artista fa delle grandi narrazioni storiche che hanno alimentato la creazione degli Stati nazionali e delle Americhe evidenziano le complessità della storia indigena, con comunità che sono state intrecciate, negli ultimi cinquecento anni, con quella degli europei. Queste testimonianze storiche sono racchiuse nelle sculture Malinche (1988-92), che si riferisce alla storia di una donna mitizzata come traditrice del suo popolo per essere stata interprete e amante del conquistador spagnolo Hernán Cortés, e The two Johns (1988), che allude a due colonizzatori inglesi che hanno giocato un ruolo chiave nel plasmare la leggenda di Pocahontas, un’altra donna indigena mitizzata per aver collaborato con i coloni. Prima di diventare Malinche, una versione precedente della stessa scultura è stata presentata da Durham per evocare la storia di un’altra donna indiana d’America, “Pocahontas” del popolo Powhatan, che si ritiene abbia contribuito alla creazione del primo insediamento inglese permanente nel Nord America a Jamestown in Virginia. La scultura ‘Pocahontas’ di Durham è stata esposta per la prima volta presso Matt’s Gallery di Londra, nella mostra “Mataoka Ake Attakulakula Anel Guledisgo Hnihi (Pocahontas and the Little Carpenter in London, 1988)”, accanto a The Two Johns. Come dice Durham: “Il mito di Pocahontas e John Smith divenne un elemento importante per la costruzione dell’America, e aveva le sue controparti in tutto l’emisfero. In Brasile si racconta la storia di una donna di nome Iragema; in Messico, Malinche”.

 

Le opere Malinche e Cortez (1991-92) parlano di storie legate all’imperialismo europeo che sono rimaste taciute nelle narrazioni dell’Età dell’Oro e della Rivoluzione Industriale. Un ulteriore commento su come l’economia politica moderna si sia costruita, e continui a costruirsi, sullo sfruttamento del lavoro di uomini e donne, sia produttivo che riproduttivo, si dispiega nelle opere delle sale successive. Una costellazione di volantini, appunti scritti a mano, conti e ritagli di carta, incorniciati singolarmente e appesi alla parete, A street level treatise on money and work allude a A Treatise on Money (1930) di John Maynard Keynes. L’economista, giornalista e finanziere britannico era noto soprattutto per le sue teorie sulle cause della disoccupazione prolungata e per aver sostenuto il governo a favore della piena occupazione come risposta alla recessione economica. Gli elementi utilizzati dall’artista nel collage Socrates (2013) sono stati trovati nello spazio in cui lavorava a Napoli, in precedenza un laboratorio di pelletteria nel complesso del Lanificio, non lontano dal museo Madre. I vecchi giornali e i ritagli di pelle testimoniano l’archeologia quotidiana di Durham, che ha prestato grande attenzione a materiali recuperati che potessero parlare di storie, in questo caso dal passato industriale di questa ex fabbrica tessile reale, fondata nel 1824 per produrre uniformi militari, fino al suo presente artigianale. Il titolo dell’opera allude al famoso calciatore brasiliano Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira (1954 – 2011) citato in uno dei ritagli di giornale. Mentre giocava nella squadra brasiliana del Corinthians, Sócrates ha contribuito a organizzare la “Democrazia del Corinthians” dal 1978 al 1984, un organismo attraverso il quale i giocatori prendevano collettivamente il controllo della gestione della squadra che costituiva anche una potente protesta contro la dittatura militare di destra che governava il Brasile all’epoca

Jimmie Durham: humanity is not a completed project, veduta della mostra al Madre, 2023. Foto di Amedeo Benestante