Mercoledì 15 novembre, alle ore 18.00, il museo Madre (Sala delle Colonne, primo piano) ospiterà la presentazione in anteprima di Out of your own, il video di Valerio Berruti. A comporre la nuova video-animazione di Berruti sono 110 disegni sul tema dell’infanzia, fonte di ispirazione ricoprente e caratterizzante per l’artista, con la colonna sonora scritta appositamente dalla celebre musicista americana Joan As Police Woman.
La proiezione sarà preceduta da un incontro con l’artista, in dialogo con Maria Savarese, curatrice dell’omonima mostra in corso presso Al Blu di Prussia di Napoli, e Paolo Mele, curatore del progetto video, introdotti da Andrea Viliani, direttore del Madre.
L’indagine di Berruti svolta nella vide-animazione è l’evoluzione del progetto Paradise Lost. L’ombra, l’innocenza e il sole nero, realizzato nell’autunno del 2016. La scoperta della propria proiezione è una delle rivelazioni più sorprendenti per un essere umano: il piccolo protagonista delle opere di Berruti gioca con la sua ombra, ne scopre il lato misterioso, affronta la paura e la supera con leggerezza: metafora dell’atteggiamento che ognuno dovrebbe forse continuare ad assumere con il proprio lato più oscuro.
“È molto importante per me scegliere una colonna sonora per le mie video animazioni – spiega Berruti – e ho avuto la fortuna di ricevere musiche scritte da autori che stimo profondamente. Penso a Francis Lai, premio Oscar per la colonna sonora del film Love Story, che ha composto per me il meraviglioso tema della videoanimazione E più non dimandare. Tre anni più tardi, mentre lavoravo a La figlia di Isacco per la Biennale di Venezia, non smettevo di ascoltare Paolo Conte. È stato spontaneo, quindi, chiedergli di collaborare ad un’installazione fortemente influenzata dalla sua musica nel momento esatto in cui la stavo creando. La stessa cosa è avvenuta con Ryuichi Sakamoto mentre lavoravo su Kizuna. Senza la sua musica l’opera non sarebbe stata completa, avrebbe avuto un’anima immobile”.
“Joan As Police Woman padroneggia gli strumenti musicali con la stessa disinvoltura con cui Berruti passa da un medium a un altro” – dichiara Paolo Mele, curatore del progetto video – “e se la prima spazia tra i generi musicali, il secondo lo fa tra quelli artistici. Ma c’è (almeno) un altro legame che accomuna i due artisti, ed è la capacità di andare oltre il tempo, o, piuttosto, di fermarlo”.
A partire dal 16 novembre il video sarà visibile presso lo spazio multidisciplinare Al Blu di Prussia, nell’ambito della mostra personale di Berruti.
Valerio Berruti (Alba, 1977) laureato in critica d’arte al D.A.M.S. di Torino, vive e lavora a Verduno (CN) in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995. Nel 2004 vince il Premio Celeste e il Premio Pagine Bianche d’Autore della Regione Piemonte, nel 2005 viene selezionato dall’International Studio and Curatorial Program di New York. Nel 2006 realizza l’installazione Se ci fosse la luna per Palazzo Bricherasio a Torino che presenta l’anno successivo sulla facciata di Palazzo Re Enzo a Bologna. Nel 2007 partecipa alla mostra collettiva Uniforms and costumes presso l’Herzliya Museum of Contemporary Art in Israele e al 48′ October Salon di Belgrado, è selezionato per la residenza della Dena Foundation for Contemporary Art a Parigi, e ha inaugurato la mostra Micro-narratives – 48th October Salon, presso il Museo di Arte Contemporanea di Belgrado. Nel 2008 partecipa alla mostra collettiva Detour, presso il Centre Pompidou di Parigi. Nel 2009 espone la sua installazione E più non dimandare, alla Galleria Civica di Modena, e nello stesso anno è il più giovane artista del Padiglione Italia della 53. Biennale di Venezia, dove presenta la video-animazione: La figlia di Isacco. Nel 2010 ha esposto Una Sola Moltitudine alla Fondazione Stelline di Milano e nel 2011 la sua personale Kizuna (con un video con le musiche appositamente realizzate dal maestro Ryuichi Sakamoto) era al Pola Museum di Tokyo. Nel settembre 2011 espone al City Museum di Belgrado e presenta l’installazione La rivoluzione terrestre, con musiche di Alessandro Mannarino, presso la Chiesa di San Domenico ad Alba. Nel 2012 si tiene alla Nirox Foundation a Johannesburg la mostra personale Udaka, nel 2013 espone allo Spazio NonostanteMarras di Milano l’installazione Il momento in cui i nostri occhi si incontrano, seguita, nelle Langhe, dalla mostra personale Dove il cielo s’attacca alla collina. Nel 2013 spazio Helutrans di Singapore ospita la mostra Almost Blue, mentre nel 2014 realizza la copertina dell’ultimo libro di Andrea Bajani, La vita non è in ordine alfabetico (Einaudi). Partecipa inoltre alla Biennale Italia-Cina a Pechino, a The Intuitionistal al Drawing Center di New York , Resilienze 2.0 a Palazzo Saluzzo a Torino, al XX Premio Cairo. Nel 2015 la sua opera Udaka è esposta nella mostra Holy Mystery, organizzata alla Chiesa del Santo Volto di Torino, in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone. Recentemente Berruti è stato protagonista su Sky Arte dello speciale Tra cielo e terra della serie Ritratti. Nel 2016 le 5 sculture monumentali Just Kids sono state esposte in Piazza Duomo a Verona in prossimità della Cattedrale di Santa Maria Matricolare. Alla fine dello stesso anno è uscito in libreria il suo libro Come il vento tra i salici (Gallucci Editore): un flipbook formato da 71 tavole che animano l’ormai introvabile traduzione di Beppe Fenoglio di The Wind in the Willows di Kenneth Graham.