Nel 2013 Raffaela Mariniello (Napoli, 1961) realizza una serie fotografica su Bagnoli e il video Still in Life, 2014, donato dall’artista alla collezione del museo Madre, che prende forma visiva e contenuto dalle ceneri del complesso di Città della Scienza, distrutto da un incendio doloso la notte del 4 marzo 2013. Il video perlustra gradualmente, soffermandosi su surreali dettagli di forme contorte che recano ancora l’impronta della loro funzione o conformazione originarie, le rovine del grande complesso culturale e centro di aggregazione di un’intera comunità, affermando, attraverso movimenti di macchina sinuosi quanto rigorosi e un montaggio lento e riflessivo, un processo di sublimazione rispetto al contesto di distruzione. Scelte espressive intese come gesto creativo ed estetico di riscatto e invocazione di una possibilità di rinascita.
Con la personale del 1986 a Villa Pignatelli a Napoli, Raffaela Mariniello indirizza la propria ricerca verso tematiche sociali e culturali, di cui il paesaggio in bianco e nero diventa la cifra espressiva. Del 1991 è il ciclo Bagnoli, una fabbrica, dove paesaggi industriali al tramonto, filtrati dalle luci artificiali che attraversano la fuliggine chimica, fanno emergere una dimensione di irreale sospensione tra il naturale e l’artefatto.
Nel 1995 espone presso lo Studio Trisorio Moltitudini e, nel 1998, Natura morta: in queste installazioni l’artista affianca il riferimento specifico alla tecnica fotografica ad aperture verso altri linguaggi, annunciando una presa di distanza nei confronti della fotografia tradizionale. Nel 2001 presenta a Castel Nuovo a Napoli il ciclo Napoli veduta immaginaria, vedute urbane, riprese all’imbrunire, in cui mescola il paesaggio cittadino con la natura che vi si intercala, fino a contraddirlo. Con lunghi tempi di esposizione le fotografie restituiscono luoghi metafisici, spesso segnati da presenze di acque specchianti, che ne aumentano la tonalità algida e plumbea, in cui l’artista, attraverso l’uso del flash, tende a cancellare alcuni particolari per esaltarne o evocarne altri.
In occasione del lavoro in situ di Daniel Buren per l’Arin a Ponticelli, promosso dagli Incontri Internazionali d’Arte, Mariniello nel 2004 realizza un catalogo fotografico che riprende l’intervento dell’artista francese, mentre del 2005 è il lavoro sulla città di Cardiff, che espone in Galles assieme a fotografie di altre città mediterranee: aree portuali fatiscenti e agglomerati urbani in cui l’artista mette in contrasto il primo piano con lo sfondo, la luce con il buio, la natura con l’industria, il movimento con la stasi. Con la videoinstallazione Over and Over, presentata nel 2005 allo Studio Trisorio, Mariniello approfondisce la combinazione fra il linguaggio fotografico e quello video, senza intenti narrativi, ma volta a sviluppare una ricerca in cui l’immagine fotografica diventa fotogramma, che rallenta lo scorrere del tempo frenando il dinamismo imposto dal video. Dal 2006 al 2011 lavora a Souvenirs d’Italie, una serie di cartoline a colori, realizzate nelle piazze italiane, nelle città d’arte o in luoghi pittoreschi, da cui emergono magnifiche contraddizioni della dimensione ludica, infantile, luminescente della contemporaneità.
Dal testo di Olga Scotto di Vettimo