Una conversazione tra l’artista Luca Francesconi e il critico Jason Hwang, che ripercorre la ricerca e gli ultimi progetti dell’artista: da Sowing Calendar a Guardiano delle Acque, da De Labore Solis a Geode Cupa, fino al progetto più recente, Pane pane pane vino canale di scolo, che sarà inaugurato presso la galleria Umberto Di Marino di Napoli il giorno successivo all’incontro, giovedì 13 marzo.
Attraverso una playlist di video on line che verrà proiettata durante l’incontro e che ritraggono pesci predatori nell’atto di cibarsi, immersi in quello che potremmo definire uno “spazio espositivo”, ovvero l’acquario, gli autori illustreranno la pratica dell’allevamento di pesci predatori come una vera e propria sottocultura, consistente nel ricreare un terreno di caccia ed assistere all’atto predatorio. La tendenza costituisce, nelle sue possibili implicazioni, un modello per temi come la biofilia o la biofisiologia vegetale, così come la ricerca scientifica applicata all’agricoltura, fino al più ampio e complesso tema della filosofia dell’alimentazione. L’argomento diviene quindi metafora per discutere processi di conoscenza ed esperienza del mondo e della società contemporanea. Attraverso un lessico d’immagini, Hwang e Francesconi discuteranno di come nuove tecniche e prassi cibatorie possano infatti sorgere anche nella continuità di consolidate abitudini alimentari.
Il Pangasio, da cui trae nome la conferenza, è un noto pesce dell’ordine dei siluriformi originario del fiume Mekong. Oltre ad essere un vorace predatore, questa è una delle specie ittiche maggiormente allevate al mondo per l’alimentazione umana.
Luca Francesconi è un artista, nato a Mantova nel 1979. Vive e lavora a Mantova e Parigi. Ha partecipato a numerose mostre in spazi pubblici quali: Fondazione Ratti (2000), Biennale di Tirana (2001), Fuori Uso (2004), Galleria Civica di Trento (2004), Maison Populaire di Montreuil (2007), Palais de Tokyo (2009), Fondazione Sandretto, Crac Alsace e Magasin di Grenoble (2010), Musées de Montbéliard, Arte Nova-Art Basel Miami (2012), Man di Nuoro e il Museo Marino Marini di Firenze (2013). Nel 2011 è stato invitato da Bice Curiger a Illumination, 54a Biennale di Venezia. Nel 2009 ha vinto il premio Illy Present / Future ad Artissima a Torino, conferitogli da una giuria composta da Alexis Vaillant, Hans-Ulrich Obrist e Jens Hoffman. Tra il 2008 e il 2010 ha co-diretto Brown Project Space a Milano. Per il prossimo marzo l’artista è stato invitato da Giovanni Carmine, direttore della Kunsthalle Sant Gallen, e da Alexis Vaillant, capo curatore del CAPC-Bordeaux, a THENnow- Miart, realizzando un progetto inedito in collaborazione con l’artista Jimmie Durham.
Jason Hwang, nato nel 1978 a Seoul, Korea, vive e lavora a Parigi, Francia. È co-fondatore e co-direttore di Shanaynay, un project space curatoriale collocato al piano terra di un co-housing nel 20 arrondissement di Parigi. Dal 2008 ha sviluppato una poliedrica pratica che ha l’obiettivo di rigenerare i termini che si riferiscono a ciò che rimane del progetto delle avanguardie storiche del XX secolo, quello di includere le arti nella prassi quotidiana. Tra le mostre più recenti da lui curate Upcoming Exhibitions per ABC/Art Berlin Contemporary nel 2013, Dommage qu’elle doive mourir, mais c’est notre lot a tous! alla Galerie Kamm di Berlino, You Won’t Hear From Me Again presso Sciences Po di Parigi, Keeping is Not Collecting presso Works-Sited a Los Angeles, Artist Pension Trust all’Institute of Social Hypocrisy di Parigi.