Copertina del volume “La rivolta del corpo. Gli artisti che lo hanno usato, spinto al limite, liberato” di Angela Vettese

La rivolta del corpo

Gli artisti che lo hanno usato, spinto al limite, liberato

Presentazione del nuovo libro di Angela Vettese edito da Laterza nell’ambito del Campania Libri Festival – la fiera dell’editoria

Giovedì 3 ottobre 2024 alle 19.00 il museo Madre presenta il volume La rivolta del corpo. Gli artisti che lo hanno usato, spinto al limite, liberato di Angela Vettese, edito da Laterza.

La presentazione sarà introdotta dalla Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce e dalla Direttrice del museo Madre Eva Fabbris.

Interverranno Angela Vettese, Critica d’arte, Università IUAV di Venezia e Maria De Vivo, Docente di Storia dell’arte contemporanea, Università L’Orientale di Napoli.

La conversazione sarà moderata da Angela Tecce.

Da Marcel Duchamp a Josephine Baker, da Yves Klein a David Bowie, da Marlon Brando a Nan Goldin, una grande conoscitrice e critica dell’arte contemporanea ci racconta come il corpo è stato un campo di battaglia per la libertà e l’emancipazione, con ripercussioni straordinarie sul corpo sociale. Ma ogni conquista va difesa. L’IA ci pone di fronte una sfida di enorme portata che cambierà il mondo come lo fecero la ruota o la stampa. Probabilmente è già tempo di pensare a una nuova forma di emancipazione.

Il nostro corpo racconta molte cose se può manifestarsi con libertà. I pantaloni con cui Marlene Dietrich arrivò a Parigi nel 1930 fecero gridare allo scandalo perché non solo parlavano di una sessualità dominatrice, ma di una donna che attingeva agli stereotipi del potere maschile diventando una vampira di energie invece che una donatrice devota. Il seno turgido che sbocciava dall’abito di Marilyn Monroe mentre cantava al suo amante Happy Birthday, Mr. President, alludeva a una seduzione di nuovo conio, ribelle alle convenzioni del matrimonio, della ragion di Stato e della donna per bene. La fisicità da mimo, alieno, eunuco che ha espresso David Bowie nelle vesti di Ziggy Stardust o del Duca Bianco o anche di sé stesso in versione sia omo che eterosessuale, racconta il progressivo affermarsi di un modo d’essere, oltre che di apparire, aprendo a una fluidità esistenziale che è al contempo liberatoria e ansiogena. Così come esprime una esigenza di fusione con la natura l’artista cubana Ana Mendieta quando si copre di fango fino a diventare parte integrante di un albero. Ripercorrendo le opere, le immagini, i video tratti dall’arte contemporanea, dalla fotografia, dai film, dalla moda e dalle performance delle celebrity, cioè da tutte quelle arti che ci hanno mostrato i corpi con più insistenza o con più influenza mediatica, scopriremo come mai prima del Novecento, e mai con questa accelerazione, gli artisti abbiano usato, manipolato, spinto al limite il loro proprio corpo per liberarlo dai lacci della tradizione.