Il museo Madre sarà presente a Palermo per la dodicesima edizione di Manifesta, biennale nomade europea di arte contemporanea, con due progetti: Inventory. The Fountains of Za’atari di Margherita Moscardini e Indagare il sottosuolo. Atlante delle storie omesse di Lara Favaretto, entrambi risultati vincitori, rispettivamente, della I e II edizione del bando Italian Council, ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del MiBACT.
Inventory. The Fountains of Za’atari, progetto promosso dalla Fondazione Pastificio Cerere di Roma che sarà presentato con un talk presso la Galleria d’arte Moderna (GAM) di Palermo il 15 giugno alle ore 18.00, è frutto del lavoro svolto da Margherita Moscardini all’interno di Camp Za’atari in Giordania, il secondo campo per rifugiati più grande al mondo. Moscardini parte dall’osservazione del sistema idrico del campo, producendo un inventario delle fontane costruite dai residenti all’interno delle proprie case, immaginando nel lungo termine la loro diffusione internazionale come sculture attraverso un sistema virtuoso di acquisizioni. Durante il talk saranno illustrati i futuri sviluppi del progetto, dalla prima presentazione dell’opera nell’ambito della mostra a cura di Marcello Smarrelli che si terrà presso la Fondazione Pastificio Cerere a Roma (opening 11 luglio 2018), fino alla produzione del libro d’artista e della scultura che saranno destinati alla collezione permanente del museo Madre.
Indagare il sottosuolo. Atlante delle storie omesse di Lara Favaretto, progetto promosso dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino con la collaborazione del Parco Archeologico di Pompei, sarà presentato in anteprima nell’ambito di Manifesta 12 – Collateral events, il 16 giugno dalle ore 10.30 alle ore 19.30 presso Palazzo Branciforte, Monte di Santa Rosalia. Il progetto di Lara Favaretto è basato su un’indagine conoscitiva del territorio della città antica e contemporanea di Pompei, alla ricerca di narrazioni e storie sconosciute, omesse o dimenticate. Queste storie considerate minori, che fiancheggiano la Storia, saranno riportate alla luce e mappate attraverso una serie di carotaggi, per farle emergere dalla terra che nel tempo le ha sepolte. Una pubblicazione digitale ricostruirà la complessa articolazione di narrazioni, mentre i carotaggi saranno prima esposti nel Parco Archeologico di Pompei e poi archiviati nella zona archeologica, in un contenitore che si configura come una Time Capsule, una “macchina del tempo” che sarà sigillata e sotterrata nel Parco Archeologico di Pompei. Su di essa, una lapide in pietra lavica del Vesuvio, porterà incise la data di sotterramento e quella di riesumazione, prevista dopo cento anni. A Palermo, lettere e oggetti che testimoniano la restituzione di reperti trafugati negli anni da alcuni visitatori del Parco Archeologico di Pompei, saranno messi in relazione con materiali documentali relativi all’attività del Monte di Santa Rosalia, una delle storiche sedi del Monte di Pietà della città di Palermo.