Venerdì 4 ottobre 2024 alle 18.00 il museo Madre presenta Gridare la realtà: immagini e narrazioni del Meridione nei decenni dello sviluppo industriale, un progetto a cura di Marta Federici, volto a discutere le rappresentazioni visive e discorsive che hanno ritratto le trasformazioni della società e del territorio nel Sud Italia tra gli anni Cinquanta e i Settanta. L’evento si inserisce nel contesto di un più ampio progetto di ricerca sviluppato con il sostegno del programma Italian Council, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
La presentazione sarà introdotta dalla Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce e dalla Direttrice del museo Madre Eva Fabbris.
Interverranno Marta Federici, Carmine Conelli, Mariangela Palmeri, e Marialba Russo. La discussione intende portare in dialogo prospettive e metodologie disciplinari diverse, per riesaminare criticamente il racconto di una fase storica complessa, caratterizzata da profondi cambiamenti dei modelli economici e culturali, processi di inurbamento, migrazioni.
Il titolo dell’incontro prende ispirazione dalle parole dell’antropologa Annabella Rossi (1933–1984), attiva nel territorio campano e in tutta Italia nello studio delle tradizioni e condizioni di vita di un mondo contadino fortemente impattato in quegli anni da nuove abitudini introdotte dalla società dei consumi. Nel corso della sua carriera come funzionaria del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma e docente per la cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Salerno, Rossi torna costantemente a sottolineare, nei suoi scritti e negli interventi pubblici, la fondamentale importanza di fotografia e video quali strumenti di conoscenza e analisi delle culture subalterne, contribuendo in modo significativo con il proprio lavoro al consolidamento delle ricerche di antropologia visiva in Italia.
Pur rivendicando il potenziale di denuncia della documentazione visiva – quella capacità delle immagini di “gridare una realtà […] sempre, puntualmente e perfettamente occultata dalle inutili e false ricerche socio-antropologiche finanziate dai vari enti statali e non statali” – Rossi rimane consapevole della parziale insufficienza del proprio stesso operare, come soggetto che produce narrazioni e interpretazioni da una posizione esterna alla realtà che osserva. Nell’introduzione al suo libro Lettere da una tarantata (1970), scrive: “Questo mondo magico del Mezzogiorno è stato spesso indagato in profondità, ma, a parte i contenuti dei documenti della tradizione orale, è conosciuto per lo più attraverso l’immagine che di esso ha dato la nostra cultura. Anche il mio discorso, ovviamente, non sfugge a tale limite”.
Guardando indietro a un momento storico in cui la corsa alla documentazione di riti e feste popolari che si riteneva stessero per scomparire, si intrecciava all’urgenza di costruire l’immagine di un Sud “in sviluppo”, pronto ad allinearsi al Nord industrializzato, l’incontro intende esaminare il ruolo di fotografia e video nel descrivere le dinamiche contrastanti che attraversavano la società italiana. Gli interventi analizzeranno il convergere nella produzione visiva di interessi artistici, ideologici, scientifici, discutendo la possibilità di guardare a queste immagini oggi, nella distanza, per riconoscere il loro ruolo nei processi di costruzione–manipolazione–rimozione della memoria storica e nelle forme di rappresentazione/autorappresentazione di quelle soggettività che hanno vissuto gli eventi storici in oggetto, relegate in una posizione subordinata.
Carmine Conelli fa parte del collettivo editoriale di Tamu Edizioni, che ha contribuito a fondare. Dopo aver conseguito un dottorato in Studi internazionali all’Università L’Orientale di Napoli con una ricerca nell’ambito degli studi culturali e postcoloniali, si è dato alla fuga dal mondo accademico. È autore de Il rovescio della nazione. La costruzione coloniale dell’idea di Mezzogiorno (Tamu Edizioni, 2023) e co-curatore del volume Genealogie della modernità. Teoria radicale e critica postcoloniale (Meltemi, 2017).
Mariangela Palmieri è Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno, dove attualmente insegna Storia del cinema e Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico. Ha pubblicato le monografie Profondo Sud. Storia, documentario e Mezzogiorno (Liguori, 2019) e Schermi nemici. I film di propaganda della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista Italiano (1948-1964) (Mimesis, 2023). È componente del Comitato direttivo di «Cinema e Storia. Rivista di studi interdisciplinari» (Rubbettino) e del Comitato direttivo di «Diacronie. Studi di storia contemporanea».
Marialba Russo studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli e si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Sessanta, rivolgendo la sua attenzione alle rappresentazioni religiose e alle feste popolari dell’Italia centromeridionale. Russo rappresenta l’Italia in Venezia 79 la fotografia nella sezione “Fotografia Europea Contemporanea”. Nel 1989 la Galleria d’Arte Moderna Giorgio Morandi di Bologna propone una sua retrospettiva e la monografia Marialba Russo – Fotografie 1980-1987, accompagnata da una lettera di Alberto Moravia. Ha pubblicato numerosi volumi e partecipato a mostre in Italia e all’estero. Nel 2021 il Centro Pecci di Prato presenta la sua mostra personale Cult Fiction.
Marta Federici lavora come curatrice. Co-dirige lo spazio d’arte indipendente Lateral Roma (Roma, IT) e la piattaforma curatoriale LOCALES. Dal 2021 al 2024 è stata assistente curatrice al MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli. Ha curato mostre e public program in spazi italiani e internazionali, tra cui: Magazzino Italian Art, New York; 3 137 / Enterprise Projects, Atene; Museo delle Civiltà, Roma; Almanac Inn, Torino; Istituto Svizzero di Roma. Il suo progetto Geografie dei sé / Geographies of Selves è vincitore della borsa di ricerca Italian Council 12 (2023).