La millenaria cultura indigena americana, interpretata attraverso il rapporto con la terra e i luoghi – evocatori di storie e generatori di identità, al Nord come al Sud del continente americano – e il rapporto con i monumenti pubblici commemorativi del genocidio delle popolazioni native perpetrato dagli invasori europei. Sarà questo l’argomento dell’incontro Arte Pubblica, Nemico Pubblico in programma al museo Madre venerdì 20 novembre alle ore 14.00, al quale parteciperanno gli artisti Maria Thereza Alves e Jimmie Durham insieme ai curatori Jen Budney, Candice Hopkins e Richard Hill.
L’incontro, ad ingresso gratuito, è dedicato al pubblico, agli studenti universitari e a quelli dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, e ripropone e approfondisce – a un anno di distanza – la riflessione al centro del simposio internazionale tenutosi il 20 novembre 2014 all’Alberta College of Art and Design di Calgary, Canada, intitolato Stronger Than Stone: (Re)Inventing the Indigenous Monument. Il simposio del 2014 fu organizzato, insieme a Wayne Baerwaldt, dalla curatrice canadese Jen Budney, quale piattaforma di discussione preparatoria alla pubblicazione di un saggio relativo ai monumenti pubblici sul territorio americano, esplorando l’urgenza del tema con l’aiuto di artisti e attivisti.
Maria Thereza Alves
Maria Thereza Alves ha presentato di recente due mostre personali al MUAC di Città del Messico e al CAAC in Siviglia. E’ membro fondatore del Green Party a San Paolo, Brasile, e rappresentante del Sud America per l’International Indian Treaty Council e loro delegata presso la Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra nel 1979. Le sue opere sono state esposte a dOCUMENTA (13), Kassel, alla Triennale di Guangzhou, alle Biennali di Taipei, San Paolo, Liverpool, Werkleitz e l’Avana, oltre che in prestigiosi musei come Museo Tamayo, Temistocles 44 e Casa del Lago di Città del Messico, Arnolfini-Center for Contemporary Arts di Bristol, Jewish Museum di Berlino, Institute of Contemporary Art di Winnipeg, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Kunsthalle di Basilea, San Francisco Art Institute, Neuer Berliner Kunstverein di Berlino, Palais Tokio di Parigi, Culturegest di Lisbona, Central Space Gallery di Londra, New Museum of Contemporary Art e Kenkeleba House di New York, La Estacion Gallery di Cuernavaca.
Jimmie Durham
Scultore, saggista e poeta fra i più autorevoli della scena artistica contemporanea internazionale, nel 1960 Jimmie Durham prende parte al movimento dei diritti civili e dal 1973 al 1980 si batte per il movimento Indiano Americano, in qualità di direttore dell’International Indian Treaty Council e di rappresentante presso le Nazioni Unite. Dopo il ritorno in Europa, nel 1994, la ricerca di Durham si è incentrata principalmente sul rapporto tra architettura, monumentalità e narrativa storica nazionale. Da alcuni anni risiede a Napoli. Durham ha esposto nei più prestigiosi musei del mondo e in varie Biennali, fra cui: Biennale di Whitney (1993 e 2005), Biennale di Venezia (1999, 2001, 2003, 2005), Documenta IX e dOCUMENTA (13), Kunstverein, Monaco, Museum Voor Actuele Kunst, L’Aia, Musée d’Art Contemporain, Marsiglia, Musée d’art moderne, Parigi MuKHA-Museum of Contemporary Art, Anversa, Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, ICA-Institut of Contemporary Arts e Serpentine Gallery, Londra, oltre che a Napoli, al Madre (presso la Chiesa di Donnaregina Vecchia) e a Palazzo Reale (nell’ambito di Progetto XXI, promosso dalla Fondazione Donnaregina). Le sue pubblicazioni sull’anti–architettura comprendono: Der Verfuhrer und der Steinerne Gast, Springer, Vienna, 1996; Between the Furniture and the Building: Between a Rock and a Hard Place, Walter Konig, Cologne, 1998; Stoneheart, CCA, Kitakyushyu, 2001 e The Second Particle Wave Theory, University of Sunderland and the Banff Centre, 2005. Columbus Day è stato il primo libro di poesie di Durham pubblicato nel 1983 da West End Press, seguito da Poems That Do Not Go Together nel 2012 (Mousse Publishing) e, nel 2013, dalla raccolta di saggi Jimmie Durham Waiting to be Interrupted, Selected Writings 1993-2012 (Mousse Publishing).
Jen Budney
Scrittrice e dottoranda in Politiche Pubbliche presso la Johnson Shoyama Graduate School of Public Policy/University of Regina-University of Saskatchewan, Canada, Jen Budney ha lavorato come curatrice presso vari musei e centri culturali pubblici. I suoi saggi sono apparsi su diverse riviste internazionali e come curatrice ha organizzato numerose mostre collettive, tra le quali Fantasy and Architecture (con Jan-Erik Andersson), Waino Aaltonen Museum, Turku, Finlandia; Americas Remixed (con Franklin Sirmans e Euridice Arratia), Fabbrica del Vapore, Milano; Strange Knocking (con Roberto Pinto), Contemporary Centre for Photography, Melbourne. Nel 2005 ha co-curato, con Adrian Blackwell, il saggio Unboxed: Engagements in Social Space e nel 2014 ha organizzato, con Wayne Baerwaldt, il convegno Stronger Than Stone: (Re)Inventing the Indigenous Monument.
Richard William Hill
Curatore, critico e storico dell’arte, Richard William Hill è ricercatore presso la cattedra di Studi Indigeni della Emily Carr University of Art and Design di Vancouver, occupandosi in particolare dell’arte antica e contemporanea degli artisti indigeni del Nord America. Dal 2007 al 2015, ha insegnato Storia dell’Arte presso la York University di Toronto. In qualità di curatore, presso la Art Gallery of Ontario, ha supervisionato i progetti di inclusione dell’arte e delle idee degli indigeni del Nord America nell’ambito delle collezioni permanenti del museo. Ha co-curato, con Jimmie Durham, The American West alla Compton Verney Art Gallery. I suoi saggi sono apparsi a livello internazionale in numerose pubblicazioni, cataloghi di mostre e riviste.
Candice Hopkins
Capo curatore presso IAIA-Museum of Contemporary Native Arts e Curatorial Advisor per Documenta 14, Candice Hopkins è cittadina del Carcross/Tagish First Nation, Yukon, Canada. Ha precedentemente ricoperto posizioni curatoriali presso la National Gallery of Canada, il Western Front e la Walter Phillips Gallery al Banff Centre. Ha preso parte a numerose conferenze e ha scritto saggi su storia, arte e architettura folk. Tra i suoi recenti progetti espositivi: Close Encounters: The Next 500 Years, nell’ambito di Winnipeg Cultural Capital of Canada 2010; Sakahàn: International Indigenous Art alla National Gallery of Canada; Unsettled Landscapes alla Biennale SITE di Santa Fe. E’ co-editore dei saggi Recipes for an Encounter (Western Front) e Jimmie Durham: The Second Particle Wave Theory (Walter Phillips Gallery Editions and Art Editions North).