629-Uomini in gabbia. Foto © Antonio Florio.

Il Nuovo Teatro Sanità in scena al Madre

 

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee produce e ospita al Madre lo spettacolo 629 – Uomini in gabbia, progetto di Mario Gelardi, che inaugura la partnership con nts in occasione di Millennials.

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee produce e ospita al Madre lo spettacolo 629 – Uomini in gabbia, reduce dal successo riscontrato nell’ultima edizione del Napoli Teatro Festival Italia. L’evento, in programma al museo domenica 27 ottobre alle ore 18.00 e alle ore 21.00, inaugura la partnership tra la Fondazione Donnaregina e il Nuovo Teatro Sanità in occasione di Millennials, la settima stagione di nts, diretta da Mario Gelardi.

629 – Uomini in gabbia porta in scena l’epopea moderna dei rifugiati, grazie ad autori provenienti da tre diversi Paesi — Spagna, Grecia e Italia — che hanno deciso di affrontare insieme un viaggio attraverso la diversità e di articolare una riflessione comune sul clima di odio violento cui è approdata l’Europa. «Vorrei che questo spettacolo realizzasse la compartecipazione di uno stato d’animo, di una condizione umana, eliminando la distanza e lavorando sulla condivisione di uno spazio comune» afferma Gelardi. «L’idea è quella di dar vita a un’esperienza, in cui le gabbie teatrali possano sgretolare, almeno nel tempo della rappresentazione, quelle mentali».

 

629 – UOMINI IN GABBIA

27 ottobre 2019, ore 18.00 e ore 21.00 – museo Madre

Domenica 10 giugno 2018, il governo italiano non ha concesso alla nave Aquarius di fare ingresso in un porto italiano. A bordo si trovavano 629 migranti. In quel momento, 629 erano i deputati della Repubblica Italiana: una strana coincidenza, tra uomini che decidono e uomini che non hanno alcun diritto. Lo spettacolo mette insieme autori provenienti da Spagna, Grecia e Italia, che hanno deciso di affrontare insieme un viaggio verso la diversità, attraversando il clima di odio violento cui è approdata l’Europa. È sempre più comune vedere usati indistintamente i termini rifugiato e migrante dai media e nei dibattiti pubblici, ma vi è una differenza fondamentale dal punto di vista legale, e confonderli può avere conseguenze importanti. I rifugiati sono uomini e donne per i quali il rifiuto della domanda di asilo potrebbe avere conseguenze mortali. A nulla servono le manifestazioni di sensibilizzazione: la politica segue un’altra rotta, un percorso che vuole il rifugiato, lo straniero, come nemico.

un progetto di Mario Gelardi

testi spagnoli di Marta Buchaca, Jordi Casanovas, Guillem Clua, Victoria Szpunberg, Joan Yago, Pau Miró

traduzione Alessio Arena

testi greci di Yannis Papazoglou, Peny Fylaktaki, Tsimaras Tzanatos

traduzione Giorgia Karvunaki

testi italiani di Emanuele Aldrovandi, Alessio Arena, Tino Caspanello, Mario Gelardi, Domenico Loddo, Fabio Pisano

con Vincenzo Antonucci, Ciro Burzo, Riccardo Ciccarelli, Mariano Coletti, Arianna Cozzi, Carlo Geltrude, Anna De Stefano, Davide Mazzella, Enrico Pacini, Chiara Vitiello

regia di Mario Gelardi

drammaturgia scenica Costantino Raimondi

aiuto regia Carlo Vannini

musica Tommy Grieco

costumi Alessandra Gaudioso

luci Alessandro Messina

organizzazione Roberta De Pasquale e Chiara Pastore

ufficio stampa Milena Cozzolino e Antonella D’Arco

prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee nell’ambito del progetto Piazza Madre
in collaborazione con Nuovo Teatro Sanità

I diritti d’autore di questo spettacolo sono devoluti a Open Arms Italia