BETTY BEE

Napoli, Italia (1963), vive e lavora a Napoli

Lionetti Luigi classe 1920  1997  MiniDV tape trasferito su video digitale, 21’48”. Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee - Museo Madre.

Betty Bee, Lionetti Luigi classe 1920 1997
MiniDV tape trasferito su video digitale, 21’48”
Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre

 

Betty Bee, Gilda 1995
16 mm e VHS tape trasferito su video digitale, 3’55”
Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre

Il film Lionetti Luigi classe 1920 (1997) di Betty Bee è un ritratto di suo padre, adesso scomparso. Fisicamente e psicologicamente violento, rappresentava, dice l’artista “la parte malata della società e la mia ‘malattia’”. Il patriarca aveva la fobia del sesso ed era molto pudico, tenendo sua figlia adolescente chiusa e legata in casa. Non sapeva di essere filmato nel bagno. Il suo corpo nudo,  Invecchiato, è osservato dallo sguardo voyeuristico della videocamera mentre si lava, e una figura femminile, l’artista stessa, lo aiuta. L’opera costituisce e una vendetta poetica. Il film Gilda prende il suo nome dal film di Charles Vidor del 1946, in cui Rita Hayworth rappresenta una femme fatale. Betty Bee usa la propria sagoma danzante incoronata da un’anfora per rappresentare la donna in quanto fonte inesauribile di vita. Crea un palinsesto dei nomi degli uomini con i quali l’artista ha avuto relazioni, usandoli per il suo piacere. Il dipinto che accompagna il video ricopre la silhouette dell’artista con nomi di donne uccise in casi di femminicidio.