ADRIANA BUSTOS

Bahía Blanca, Argentina (1965), vive e lavora a Buenos Aires, Argentina

Da sinistra a destra:

 

Fires  2021

acrilico, grafite e fogli d’argento su tela

Commissionato per Rethinking Nature

Courtesy dell’artista

 

Hibridos  2020/2021

fango grezzo

Commissionato per Rethinking Nature

Courtesy dell’artista

 

Bestiario de Indias I  2020

acrilico, gouache e foglie di argento su tela

Courtesy dell’artista

 

 

 

 

Hibridos  2020/2021

fango grezzo

Commissionato per Rethinking Nature

Courtesy dell’artista

Adriana Bustos mappa storie e iconografie che suggeriscono nuove letture diacroniche e propongono un’analisi critica dei processi attraverso cui le forme di sapere contemporanee sono state costruite e naturalizzate. La sua pittura e le sue ceramiche in Rethinking Nature esplorano il modo in cui la sistematizzazione delle relazioni tra gli esseri viventi e le ecologie, impostata dalle scienze naturali europee, abbia nutrito i processi coloniali. Bestiario de Indias I presenta immagini raccolte dalle cronache dei coloni europei che, attraverso le prime ondate colonizzatrici, arrivarono sulle coste dell’odierna ‘America del Sud’. Le descrizioni dei viaggiatori che ritraggono esseri con caratteristiche mitologiche e mostruose riflettono i pregiudizi religiosi e sociali presenti nei bestiari medievali e le appropriazioni di elementi provenienti dalle cosmologie indigene incontrate nelle Americhe. Generando un’immagine quasi bestiale dei popoli indigeni fondata su una visione del mondo fatta di superstizione e preconcetti, queste immagini hanno sostenuto ideologicamente il genocidio e l’espropriazione territoriale dei secoli successivi.

Fires traccia una cartografia non lineare dei fenomeni naturali ispirata alle teorie del gesuita tedesco Athanasius Kircher e alla sovrapposizione multisciplinare di saperi rintracciabili nel suo trattato Mundus Subterraneus (1664), una caratteristica delle scienze barocche che precede la suddivisione illuminista della conoscenza in discipline diverse. Tale pubblicazione, che integrava le ricerche sull’attività vulcanica condotte da Kircher nell’area del Vesuvio, presenta la sua teoria del ‘Geocosmos’, secondo cui il mondo organico ed il mondo inorganico sono interconnessi. Egli rappresentava la Terra come un organismo con uno scheletro di pietra formato da catene montuose e un nucleo centrale di fuoco collegato attraverso grandi cavità sotterranee. La resa di Bustos del sistema  di Kircher costituisce una lettura critica del determinismo che ha successivamente dominato le scienze naturali e geologiche e ne ha causato l’incapacità di comprendere i complessi meccanismi olistici che interessano l’intero pianeta. Bustos afferma: “Sovrapponendo il cosmo barocco immaginato da Kircher, il quale è caratterizzato da eruzioni e movimenti sismici ma non ancora manipolato da pratiche estrattive e interventi umani su larga scala, alla comprensione scientifica contemporanea del pianeta, la mia ricerca analizza come il capitalismo abbia penetrato la visione barocca ‘geocosmica’ della natura e abbia dato forma all’attuale narrazione diffusa di un pianeta dominato da puri meccanismi fisici e biologici e non influenzato dalle forze sociali, affettive e viventi, che la crisi ambientale attuale ha portato in primo piano”.

 

Dichiarazione dell’artista

Sono interessata a come l’umanizzazione sia un elemento costante nella rappresentazione di mostri, giganti, pigmei, sirene ed esseri ibridi, e come questo processo parli della relazione degli esseri umani con il mondo naturale e con la cultura del loro tempo. Questo processo ci invita ad accettare la validità della visione antropocentrica della natura nella nostra cultura e in ciò che crediamo essere la vera natura del mondo. Crescendo a Cordoba, una città nodale nella storia del colonialismo nel Sud America, ho centrato la mia pratica artistica su come la ricerca iconografica ed epistemologica possa facilitare un avvicinamento alla storia attraverso termini critici non lineari e immaginare nuove articolazioni della storia in relazione al presente. Le indagini antropologiche, la ricerca scientifica, la cultura popolare, la fiction, l’assemblaggio di immagini, la conoscenza accademica e intuitiva, la giustapposizione di quadri epistemologici multipli, lo svolgersi di storie ufficiali e personali, la tensione tra oggettività e soggettività e le nozioni di frammentazione sono tra gli strumenti che utilizzo per costruire nuove letture diacroniche tra eventi passati e presenti.