Con Justin Kennedy, Leah Katz, Mickey Mahar, Noha Ramadan, Stephen Thompson
A cura di Gigiotto Del Vecchio
ll 6 giugno la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre compie 20 anni e festeggia ospitando per tre giorni (5, 6 e 7 giugno) la performance Rub Up on Madre del coreografo e ballerino australiano Adam Linder a cura di Gigiotto Del Vecchio.
Il lavoro di Linder approda per la prima volta a Napoli con un progetto pensato per il Madre, prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre con l’organizzazione di Archivorum e il supporto degli Amici del Madre.
Rub Up on Madre di Adam Linder, con Justin Kennedy, Leah Katz, Mickey Mahar, Noha Ramadan, Stephen Thompson è una coreografia pensata per il cortile del museo Madre. Cinque danzatori si esibiscono rivolgendosi alle pareti dell’istituzione, distogliendo lo sguardo dal pubblico e concentrandosi sulla struttura stessa che li contiene. In questa coreografia di lunga durata, la figura dei performer si trasforma passando dalla seduzione alla passività, dal mimetismo all’astrazione, prendendo l’architettura come partner principale. Privilegiando il gioco e l’ambiguità, i corpi mettono in atto una sorta di sollecitazione delle pareti del museo e, così facendo, portano alla luce questioni legate al modo in cui i corpi che performano sono – o non sono – sostenuti da un contesto istituzionale. Triangolando la relazione tra spettatore, performer e contesto, la coreografia cattura l’attenzione attraverso una forma di presenza obliqua. La domanda “chi sta performando chi?” è stata uno dei motori centrali nel lavoro di Adam Linder nell’ultimo decennio. Che si tratti del teatro o dello spazio espositivo, le sue coreografie ruotano attorno a nozioni di animalità, tecnicalità e desiderio. Il classico, il digitale, il primordiale, il teatrale, il formale, l’improvvisato, l’assurdo e il critico — tutti trovano spazio in questo approccio, purché rivelino qualcosa sull’atto del danzare o sul valore culturale che attribuiamo a questa forma espressiva.
Rub Up on Madre di Adam Linder incarna la tensione che si crea tra la performance, i corpi dei performer e il museo, che oggi si fa ospite della coreografia. L’atto stesso del performare diventa il fulcro e la valuta principale dell’opera, enfatizzato dal modo in cui i gesti di seduzione, transazione, visibilità e attrito vengono messi in scena con precisione.