DAAR – SANDI HILAL AND ALESSANDRO PETTI

Fondato nel 2007

DAAR – Sandi Hilal and Alessandro Petti

Fondato nel 2007 | Founded in 2007

 

Sandi Hilal

Beit Sahour, Palestina (1973), vive e lavora a Stoccolma, Svezia | Beit Sahour, Palestine (1973), lives and works in Stockholm,

Sweden

 

Alessandro Petti

Pescara, Italia (1973), vive e lavora a Stoccolma, Svezia | Pescara, Italy (1973), lives and works in Stockholm, Sweden

 

Ente di Decolonizzazione – Borgo Rizza  2022

legno, intonaco, video | wood, plaster, video

Il progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (10 Edizione, 2021) programma di promozione dell’ arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura | Project supported by the Italian Council (10th Edition 2021) program to promote Italian contemporary art in the world by the Directorate- General for Contemporary Creativity for the Italian Ministry of Culture

 

Courtesy degli artisti | Courtesy of the artists

Ph Amedeo Benestante

Nel 1940, il regime fascista italiano istituì l’“Ente di colonizzazione del Latifondo siciliano” sul modello dell’“Ente di colonizzazione della Libia” e dei modelli coloniali in Eritrea ed Etiopia. Questi territori erano considerati dal regime “vuoti”, “sottosviluppati” e “arretrati” e quindi da “bonificare”, “modernizzare” e “ripopolare”. A questo scopo, l’“Ente di colonizzazione” inaugurò in Sicilia otto nuove città rurali e altrettante rimasero incompiute. Negli ultimi anni il governo regionale siciliano di destra, nel tentativo di rilegittimare le politiche fasciste, ha deciso di finanziare la conservazione architettonica delle città agricole costruite dall’ “Ente di colonizzazione del Latifondo siciliano”, rendendole così come erano state costruite in origine.

L’installazione Ente di Decolonizzazione – Borgo Rizza dissacra l’Ente di colonizzazione del Latifondo siciliano, scomponendo e ricomponendo la sua facciata in diverse componenti che saranno riutilizzate come piattaforma di uno spazio discorsivo aperto in cui il pubblico è invitato a riconsiderare criticamente l’effetto sociale, politico ed economico dell’eredità fascista, coloniale e modernista e, allo stesso tempo, è invitato a immaginarne collettivamente nuovi utilizzi.

La prima attivazione dell’opera ha avuto luogo a maggio alla Mostra d’Oltremare di Napoli, inaugurata nel 1940. Concepita come un’esposizione colossale per mostrare i territori e le persone d’oltremare nelle aree colonizzate dal regime fascista, ha chiuso solo dopo 40 giorni dalla sua apertura, quando l’Italia è entrata nella Seconda guerra mondiale. Questa serie di assemblee decoloniali si propone di continuare la ricerca collettiva imparando da siti diversi e costruendo rapporti tra persone che sentono l’urgenza di mettere in discussione l’eredità modernista, coloniale e fascista.

– DAAR – Sandi Hilal and Alessandro Petti