Prova Generale | l’installazione pubblica di Eugenio Giliberti sul palazzo in cui visse Giacomo Leopardi

 

 

 

Martedì 15 giugno, dalle ore 21.00, a Via Santa Teresa degli Scalzi – angolo via Stella, la proiezione pubblica Prova Generale firmata dall’artista Eugenio Giliberti, dedicata alla città di Napoli e a Giacomo Leopardi, animerà la facciata del palazzo in cui visse il grande poeta di Recanati negli ultimi due anni della sua vita.

La proiezione fa parte del progetto Voi siete qui / vico Pero / Giacomo Leopardi / Progetto di Artista Abitante, sostenuto da Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre, Fondazione Morra, Intragallery / Associazione Culturale Intraprendere e Dafna Gallery, con Direzione Regionale Musei Campania, Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati, Biblioteca Nazionale di Napoli Vittorio Emanuele III, Comune di Napoli – Terza Municipalità, Diarc – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Accademia di Belle Arti di Napoli, ACEN – Associazione Costruttori Edili Napoli, Associazione Friends of Naples. Sponsor tecnici KontroLab e D’Uva Firenze, partner esecutivo Il Cerchio e le Gocce. 

Dalle ore 21.00 i lampioni si spegneranno e per qualche secondo sulla zona calerà il buio. In lenta progressione, sulla facciata del palazzo, si svelerà la proiezione luminosa del manoscritto I nuovi credenti, canto satirico e “toponomastico” composto da Leopardi durante il soggiorno nella casa di vico Pero. L’installazione luminosa anticipa virtualmente la realizzazione fisica del grande wall painting che trasformerà il palazzo, dopo il restauro delle facciate, in una testimonianza della storia trascurata del luogo, epicentro di una delle più rilevanti trasformazioni urbanistiche della città di Napoli, dove Giacomo Leopardi terminò i suoi giorni il 14 giugno 1837.

Questa prima azione pubblica del progetto Artista Abitante sottolinea l’avvio delle attività di un gruppo di urbanisti dei dipartimenti di Architettura delle Università Federico II e Luigi Vanvitelli, che esploreranno con gli abitanti del quartiere nuove e diverse possibilità di abitarlo.

Eugenio Giliberti (Napoli 1954) esordisce negli anni ’80 animando il gruppo di giovani artisti napoletani Evacuare Napoli – 1985). Con le prime superfici monocrome (tra cui Lenti 1987 1992, già nel Museo del ‘900 Napoli) mette a punto i fondamenti della sua poetica il cui primo segmento culmina con la grande opera denominata “seicentottantamilaquattrocento quadratini colorati” (galleria ThE, Napoli- 1996); Seguono: gli “oggetti platonici” (in “la scultura italiana del XXI secolo”, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2010). Nel 2006, trasferisce il suo studio a Rotondi (Masseria Varco) dove la sua ricerca trova un particolare impulso dall’osservazione della realtà culturale e ambientale del piccolo mondo che lo circonda. Ne scaturisce una nuova serie di lavori, presentati nelle mostre personali a lui dedicate dalla Galleria Giacomo Guidi di Roma (2008 -Working Class; 2010 – Il senso di Walden,). Nell’antologica “ho le mani impegnate sto pensando”, (Genazzano, Castello Colonna 2013), espone per la prima volta opere appartenenti al ciclo “Data Base”, dedicato all’antico meleto nel quale è ubicato il suo studio (poi in “rendez – vous des amis” – Fondazione Burri, Palazzo Albizzini 2015). Nel 2014 lancia Orto Civile, progetto di arte partecipata focalizzato intorno ai rapporti tra cura della terra e alimentazione, città e campagna, tradizione “moderna” e “riscoperte innovative”, che ha coinvolto più di 60 famiglie napoletane. Nel 2017 l’opera Cerimoniale è esposta nella collezione del Madre.
Attualmente è impegnato a Napoli nella realizzazione della complessa opera di arte pubblica “voi siete qui – vico Pero – Giacomo Leopardi – progetto di artista abitante” sostenuto da Museo Madre, fondazione Morra e le gallerie Intragallery e Dafna. Ultima sua personale “l’albero di Pitlo” (Intragallery – Napoli 2020).