Douglas Huebler

Douglas Huebler, Location Piece #7, Snow Sculpture Project Bradford, Massachusetts, 1974. Foto © Amedeo Benestante. In esposizione fino a dicembre 2016. | Douglas Huebler, Location Piece #7, Snow Sculpture Project Bradford, Massachusetts, 1974. Photo © Amedeo Benestante. On view until December 2016.

Douglas Huebler (Ann Arbor, Michigan 1924 – Cape Cod, Massachusetts 1997) esordisce come scultore agli inizi degli anni sessanta con opere d’impronta minimalista che prevedevano forme di interazione con lo spettatore. Già verso la fine del decennio, però, l’artista abbandona il linguaggio della scultura per approdare gradualmente a un’arte sempre più immateriale e che mette in questione lo statuto tradizionale dell’oggetto artistico.
Nel gennaio del 1969 partecipa alla mostra collettiva dal titolo January 5–31, 1969, organizzata da Seth Siegelaub in uno spazio temporaneo a New York: alla mostra – il cui titolo coincide con la durata stessa dell’esposizione – partecipano anche Robert Barry, Joseph Kosuth e Lawrence Wiener, costituendo così uno dei capisaldi espositivi della storia dell’Arte Concettuale in America. In quell’occasione Huebler pubblica sul catalogo della mostra una dichiarazione che diventerà emblematica di un’epoca e di un modo nuovo di concepire l’arte al di là della sua manifestazione fisica: “The world is full of objects, more or less interesting; I do not wish to add any more. I prefer, simply, to state the existence of things in terms of time and/or place.” (Il mondo è pieno di oggetti, più o meno interessanti; non voglio aggiungerne altri. Preferisco, semplicemente, affermare l’esistenza delle cose in termini di tempo e/o spazio). Questa dichiarazione è illuminante non soltanto per comprendere l’intento dei lavori esposti dall’artista in quell’occasione ma, più in generale, per interpretare le opere che Huebler produrrà anche negli anni successivi, tra cui le serie dei Duration Piece e dei Variable Piece.
I Duration Piece sono opere composte solitamente da più pannelli di fotografie e testi che interagiscono tra di loro: le fotografie sono scattate seguendo una determinata scansione temporale oppure seguendo una regola prestabilita molto semplice come, ad esempio, scattare sempre nella stessa direzione di inquadratura ogni volta che l’artista percepiva il cinguettio di un uccello. In questo modo i Duration Piece tematizzano non soltanto la relazione tra fotografia, specificità del luogo e puntualità del tempo ma mettono in questione il concetto stesso di autorialità, aprendo il processo creativo alle variabili del caso e dell’interazione con la realtà.
Il progetto Variable Piece è, invece, non soltanto il più ambizioso realizzato dall’artista ma anche quello che, in modo più radicale, testimonia della tensione utopica che anima il lavoro di Huebler. Realizzato a partire dal 1971 come work in progress e portato avanti per dieci anni, il progetto consiste nel tentativo (praticamente impossibile) di documentare con una serie di griglie fotografiche accompagnate da testi l’esistenza di ciascun essere umano vivente. Oltre a commentare la relazione tra la mutevolezza dell’esistenza umana e la registrazione meccanica, questa serie di opere attiva anche una forma di profonda collaborazione tra l’autore e i possessori dell’opera che si succedono nel tempo.
Esposta nella personale che l’artista tenne nel 1974 presso la Galleria Lia Rumma a Napoli, Location Piece #7. Snow Sculpture Project Bradford, Massachusetts è un’opera emblematica in cui fotografia e testo concorrono a localizzare immagine e azione in un dato tempo e in uno spazio preciso: entrambe queste coordinate sono chiaramente indicate nel titolo, mentre gli scatti sono stati eseguiti a dieci secondi di distanza l’uno dall’altro con l’obiettivo di documentare le alterazioni della neve sui rami di un albero e il conseguente alleggerimento di peso.
L’indagine sulla realtà colta nelle sue complesse e innumerevoli manifestazioni è al centro di tutto il lavoro di Huebler, che testa i limiti dei concetti stessi di “conoscenza” e di “documentazione” e la validità di quegli strumenti conoscitivi (come il linguaggio e la fotografia) di cui ci serviamo per rappresentare il visibile e dare forma alla conoscenza. Attraverso strumenti e metodologie che apparentemente registrano la realtà in modo dettagliato, Huebler ci mostra invece il non-percepito che circonda la nostra esperienza quotidiana di essa.

AR

Location Piece #7, Snow Sculpture Project Bradford, Massachusetts, 1974

Attualmente non esposta.