Renato Barisani

Renato Barisani, Imprevisto, 1961. Collezione Dina Caròla, Napoli. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante. | Renato Barisani, Imprevisto / Unexpected, 1961. Dina Caròla Collection, Naples. On loan to Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Naples. Photo © Amedeo Benestante.

Sperimentatore di tecniche e materiali – pittura, scultura, design, fotogrammi, gioielli, ferro, ceramica, formica, plexiglas, neon – Renato Barisani (Napoli, 1918-2011) sviluppa una ricerca basata su rigorose regole interne. Dopo aver aderito e partecipato alla mostre del Gruppo Sud alla galleria Al Blu di Prussia, Barisani costituisce nel 1950 il Gruppo Napoletano Arte Concreta con Renato De Fusco, Guido Tatafiore e Antonio Venditti, con cui firma nel 1954 il manifesto Perché arte concreta. Il gruppo si muove nell’ambito di una ricerca astratto-geometrica di respiro internazionale, esponendo alle mostre del MAC milanese.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta, realizza i primi fotogrammi e gioielli e utilizza materiali artificiali ed extrapittorici come ingranaggi, strutture e frammenti metallici, aprendosi ben presto a soluzioni artistiche informali, sviluppate soprattutto sul versante materico. Di questi anni sono i lavori in cui frequente è l’uso di materie naturali legati al territorio, tra cui sabbia, lapilli, conchiglie, con cui realizza opere come quella in collezione, Imprevisto (1961).
Dal 1960 al 1963 aderisce alla Nuova Scuola Europea di Losanna fondata da George Kasper. Dopo le prime prove di decorazione ceramica (dal 1964) e dopo aver utilizzato il neon per costruire sculture e altri oggetti luminosi (primi anni Settanta), Barisani ritorna a un’asciuttezza geometrica formale che prosegue anche con l’adesione, tra il 1975 al 1980, al gruppo napoletano Geometria e Ricerca. Negli anni Ottanta la sperimentazione prosegue con nuovi materiali tra cui pittura spray, acquerello, pastello, vinavil, carte e cartoni, fotocopie e sagome di legno con cui realizza collage, articolando un linguaggio astratto di matrice non più geometrica, ma che si orienta a un nuovo biomorfismo di tipo organico (Astrazione organica).

Barisani ha partecipato a importanti esposizioni internazionali (Biennale di Venezia nel 1962 e nel 1972), ha vinto il premio Pollock della Pollock-Krasner Foundation di New York (1993) e ha insegnato design all’Accademia di Belle Arti di Napoli dal 1978 al 1984, dopo la docenza all’Istituto d’Arte. Sue antologiche sono state presentate a Napoli a Villa Pignatelli nel 1977, mentre nel 2000 viene installata in permanenza a Castel dell’Ovo la grande scultura in metallo all’ingresso del castello. Nel 1999 sono presentati il mosaico e la scultura monumentale per la stazione di Salvator Rosa e la grande scultura antistante la stazione di Quattro Giornate della Metropolitana di Napoli, a cui seguono le opere realizzate per i Comuni di San Giorgio a Cremano (2001), Giffoni Sei Casali (2003) e Casoria (2004). Nel 2008 le sue opere più recenti sono esposte in una mostra al PAN | Palazzo delle Arti Napoli.

OSdV

Imprevisto, 1961

Attualmente non esposta.

Renato Barisani, Imprevisto, 1961. Collezione Dina Caròla, Napoli. In comodato a Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli. Foto © Amedeo Benestante. | Renato Barisani, Imprevisto / Unexpected, 1961. Dina Caròla Collection, Naples. On loan to Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Naples. Photo © Amedeo Benestante.