Simone Borrelli e Riccardo Ciccarelli.

La rosa del mio giardino

 

Nove anni di corrispondenza, reale e immaginaria, tra Salvador Dalì e Federico García Lorca: la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee produce e ospita al Madre lo spettacolo La rosa del mio giardino – Lorca e Dalì: ultimo ballo a Fuente Grande, che prosegue la partnership con il Nuovo Teatro Sanità.

Venerdì 17 e sabato 18 gennaio alle ore 21.00, e domenica 19 alle ore 18.00 e a seguire alle ore 20.00 andrà in scena al Madre (Sala Clemente, primo piano) La rosa del mio giardino – Lorca e Dalì: ultimo ballo a Fuente Grande, scritto da Claudio Finelli, interpretato da Simone Borrelli e Riccardo Ciccarelli, per la regia di Mario Gelardi. Poesia, pittura, amicizia, sentimenti che sfiorano l’amore, in un rincorrersi di parole e disegni: nove anni di corrispondenza, reale e immaginaria, tra Salvador Dalì e Federico García Lorca, immaginati da Gelardi e Finelli, partendo dalle lettere ritrovate indirizzate dall’artista all’amico pittore. Con musiche eseguite dal vivo da Arcangelo Michele Caso (violoncello), coreografie di Danilo Di Leo e costumi di Rachele Nuzzo.

Con il debutto dello spettacolo prosegue la collaborazione tra la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e il Nuovo Teatro Sanità, inaugurata in ottobre 2019 con 629 – Uomini in gabbia. L’evento è prodotto dalla Fondazione Donnaregina con Fondi POC Regione Campania, nell’ambito del progetto Piazza Madre.

La rosa del mio giardino. Lorca e Dalì: ultimo ballo a Fuente Grande

È il 1923 quando alla Residencia de Estudiantes, famoso collegio di Madrid che ospitava rampolli dell’alta borghesia spagnola, arriva un giovane impacciato, con l’aria un po’ trasognata e l’aspetto singolare. Ha 18 anni e fa il pittore. Il suo nome è Salvador Dalí. Il giovane attira subito l’attenzione di un poeta di poco più grande di lui e molto in vista alla Residencia: Federico García Lorca. Tra i due nasce un’amicizia fatta soprattutto di intesa intellettuale. Sono spiriti affini che vedono il mondo con gli stessi occhi. È difficile dare un nome al tipo di rapporto che univa i due artisti. Non si hanno prove di una vera e propria relazione romantica tra loro. Lorca scrisse la celebre Ode a Salvador Dalí, dove è ben chiaro l’affetto che provava per l’amico e l’ammirazione per il suo genio artistico. Lo definisce appunto, “rosa del giardino”. Lasciata la scuola, inizia tra i due un epistolario durato fino alla fucilazione del poeta. Della fitta corrispondenza tra loro sono sopravvissute quaranta lettere scritte dal pittore a Lorca, mentre sono rimaste solo sette lettere di Lorca a Dalì. La spiegazione sembra si trovi in un certo atteggiamento ostile nei confronti di Lorca sia da parte della sorella di Dalì, che della moglie. «Abbiamo voluto lasciare inalterata la separazione (anche fisica) tra i due artisti — spiega il regista Mario Gelardi —, nonostante il legame, mai diventato vero amore, così come agognato da Lorca. Le lettere di Dalì, inviate all’amico, ci raccontano di un rapporto cinico che si scontrava con una disperata ricerca d’amore. La messa in scena è essenziale, le lettere vengono restituite nella loro purezza, accompagnate dalla struggente musica del maestro Arcangelo Michele Caso. L’ultimo incontro, l’ultimo ballo tra i due segna la fine di un’amicizia, forse di un amore, sicuramente la fine di una vita».

scritto da Claudio Finelli

con Simone Borrelli e Riccardo Ciccarelli

regia Mario Gelardi

musica eseguita da Arcangelo Michele Caso

coreografie Danilo Di Leo

costumi Rachele Nuzzo

evento prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee

nell’ambito del progetto Piazza Madre

in collaborazione con Nuovo Teatro Sanità