Franco Vaccari, I Cani lenti, 1971. Veduta dell’installazione, Fondazione Morra Greco, 2014. Courtesy l’artista e P420, Bologna. Foto © Amedeo Benestante

Franco Vaccari. Fuori Schema

A cornice della mostra personale di Franco Vaccari, promossa dalla Fondazione Donnaregina per la arti contemporanee in collaborazione con la Fondazione Morra Greco nell’ambito di Progetto XXI, viene presentata l’intera rassegna video di opere realizzate dall’autore tra gli anni ’60 e il 2000. Vaccari è uno dei primi video artisti italiani, presente per ben quattro volte alla Biennale di Venezia con mostre personali dedicate alle famose Esposizioni in tempo reale. L’evento Franco Vaccari. Fuori Schema, Film e video 1966-2002 è curato da Claudia Zanfi, autrice dell’omonimo libro e dell’archivio video di Vaccari, e si terrà sabato 22 novembre alle ore 17.00, presso la sede della Fondazione Morra Greco. Sarà presente l’autore.

Le opere presentate vedono un’ampia contaminazione del linguaggio cinematografico sia con le ricerche concettuali degli anni ’70, sia con diversificate tecniche di ripresa. Tra queste, Nei sotterranei (1966/67, 16 mm, 12’), che racconta il mondo dei graffiti intesi come una forma di poesia anonima, la poesia dei muri, della strada. Ma anche La placenta azzurra (1968, ecolore, 8mm, 10’) in cui, in mancanza di un videoregistratore, l’artista sceglie di riprendere la televisione. Il titolo è riferito alla videosfera che tutti ci avvolge come un’enorme placenta. Un film sul medium in cui un’importanza fondamentale ha il montaggio: il cinema e il video sono materiali plasmabili attraverso cui si possono fare moltissime cose. In La placenta azzurra si rappresentano le varie condizioni del mondo che esce da un iniziale stato caotico per acquisire una forma che si disgrega con la stessa velocità con cui si è creata.

Ventoscopio (16 mm) è, invece, una visualizzazione del vento, una sorta di monumento al tempo realizzato con mezzi di fortuna, una gomma da masticare e un pezzo di carta. Una persona passata attraverso il tempo, accanto a un monumento che al tempo è resistito, uguale a se stesso.
Nel 1972 Franco Vaccari realizza Feed-back dove fa interagire due medium: il video e la polaroid. Il concetto è avanguardistico: in un’epoca incui nessuno si occupava ancora di “feed-back”, Vaccari lo faceva già da qualche anno con le sue “esposizioni in tempo reale”. Un anno prima aveva realizzato I cani lenti (8 mm bianco e nero e colore muto 12’ 1971) un’opera essenziale e sintetica, di grande semplicità in cui i protagonisti sono dei cani di strada visti al rallentatore, un’escamotage che Vaccari usa spesso, come per comprendere meglio le immagini. La colonna sonora è dei Pink Floyd ed il risultato molto poetico.

Piloro, del 1974, è un lungo video che oggi Vaccari ha rimaneggiato, in cui vengono riprese molte scene dei mercati generali al mattino presto: verdura, frutta, animali. Le scene sono coloratissime e il rimando diretto conduce a certa pittura manierista emiliana tra Cinque e Seicento, alla Bartolomeo Passerotti, per esempio. Infine una donna si mette in bocca un chicco d’uva. Partendo dalla bocca Vaccari segue il cammino del chicco all’interno del corpo, utilizzando dei filmati di provenienza medica.
A metà degli anni Settanta il destino del video è segnato, Vaccari se ne sente sempre più lontano, così decide di abbandonarlo per riprenderlo solo venti anni dopo con il curioso esperimento del CD rom interattivo di Atelier d’Artista, in cui rielabora materiali di altri artisti. Nasce così La via Emilia è un aereoporto, un’opera di rara poesia sull’importante strada che attraversa la periferia di Modena. Da quest’opera emergono sentimenti sottili e delicati, in aperta contraddizione con il chiasso roboante a cui siamo abituati.

Vaccari come sempre è in controtendenza. La sua è una ricerca raffinata, delicata e forte al tempo stesso, in grado di indagare sui problemi portanti dell’esistenza. Una ricerca fondante per il cammino della storia dell’arte italiana degli ultimi quarant’anni.

Alla rassegna video – con opere restaurate come il primissimo La placenta azzurra del 1966, fino al più recente video La via Emilia è un aeroporto del 2001 – si accompagnerà la presentazione di una monografia sul tema, il volume Fuori Schema, che raccoglie testi in italiano e inglese, con contributi di Daniela Palazzoli, Nicoletta Leonardi, Roberto Signorini, Elena Volpato, Claudia Zanfi ed altri: un’approfondita filmografia ricostruita e pubblicata integralmente per la prima volta oltre a scritti inediti dell’artista.

 

(Testo di Anna Cuomo)